Breda, lo specialista dell'1-0

17.12.2014 17:45 di Marco Ferri   vedi letture
Breda, lo specialista dell'1-0
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© foto di Federico Gaetano

Una volta ogni cinque partite. A Roberto Breda piace vincere facile, senza complicare la vita è chi è chiamato a compilare i tabellini: aggiungi un nome e l’indicazione del minuto corrispondente e avrai completato l’opera. Con quello rifilato al Varese, nella sera della cinquantaquattresima panchina in nerazzurro, è arrivato l’undicesima affermazione con il punteggio di 1-0 sulle 20 complessive ottenute nei quattordici mesi (intervallati dai quattro intercorsi tra le ferie e l’epopea Beretta) che hanno fatto seguito al suo insediamento sulla torre di controllo del Francioni.

DA PESCARA AL VARESE – Una striscia di sorrisi inaugurata il 19 ottobre di un anno fa, quando un missile terra-aria di Jonathas affondò il sottomarino Pescara. Da quel giorno l’episodio si verificò altre tre volte a scadenza di due settimane, con Reggina, Bari e Juve Stabia cadute con il minimo scarto in territorio pontino per mano di Jefferson, Ghezzal e ancora sotto schiaffo del Bulldozer.  Dopo il giro di boa fu il futuro portiere nerazzurro Di Gennaro, allora a Cittadella, la prima vittima della zampata dell’ariete brasiliano, con il Carpi cui fu riservato lo stesso destino da Jonathas e, ad aprile, Reggina e Bari di nuovo al tappeto con un solo montante. Prima dei play-off ci fu spazio anche per l’unica rete stagionale di Alhassan, la cui incornata dopo 80 secondi dal fischio d’inizio bastò per avere ragione del Crotone. Nel campionato in corso, invece, le due boccate d’ossigeno della gestione Breda sono arrivate grazie a due palle inattive, che hanno spedito in gloria (indirettamente) Dellafiore con il Lanciano e, non più di 36 ore fa, Viviani con il Varese.

JONATHAS IL CECCHINO – Non poteva che essere il miglior marcatore del Latina nella storia della serie B il firmatario più autorevole del marchio di fabbrica di Breda. Pescara, Juve Stabia, Cittadella e Reggina, con reti equamente divise tra i 16 metri e le bordate dalla distanza, sono state (ab)battute dal numero 33, mentre le altre sette circostanze sono state sponsorizzate da altrettanti elementi diversi, con attacco e centrocampo a bersaglio tre volte e Dellafiore unico rappresentante della retroguardia al potere.

20’ DECISIVI – I primi o gli ultimi. Dieci delle undici marcature sono arrivate nei 1200 secondi iniziali o in quelli conclusivi, quando il cronometro inizia a scorrere a velocità raddoppiata. Un dato che cela due valori intrinsechi, quella capacità (almeno nella prima conduzione del trainer veneto) di approcciare al meglio le partite e la naturale predisposizione a non mollare fino all’ultimo metro. Diversa la genesi delle reti realizzate: 7 sono state determinate dal cuore dell’area di rigore – di cui una derivante da palla inattiva – quattro con sassate dalla distanza, con quella di Viviani che risulta essere l’unica da tiro franco.

1-0 AL CONTRARIO – Non solo sorrisi. Le 14 sconfitte incassate durante la parentesi Breda hanno dimostrato che col minimo scarto si può anche perdere. Antesignana della dottrina fu la Ternana, che interruppe la prima striscia positiva di Cottafava e compagni (13 risultati utili consecutivi) imponendosi 1-0 al “Liberati” grazie alla capocciata di Masi. L’esempio fu seguito due settimane più tardi dal Siena con Rosseti, mentre al Francioni a decretare l’unica sconfitta con il punteggio più beffardo fu, in piena zona Cesarini, il trapanese Pirrone. Completa il cerchio la punizione chirurgica con la quale Calaiò, lo scorso 23 novembre, ha restituito alla panchina Farelli timbrando quella che risulta essere, ad oggi, l’ultimo rovescio del Latina.