Breda, ora blinda la difesa

Volendo usare un neologismo politically correct si potrebbe chiamarla “crisetta”. A ben guardare, però, le due sconfitte contro Trapani e Bologna rischiano di far sprofondare il Latina in un default dal quale è difficile riemergere. Il nuovo corso di Breda, accompagnato dalla prevedibile eco di un entusiasmo fin troppo facile, si è aperto all’insegna di un difetto antico e cronico, perorando un continuum che aveva connotato negativamente l’epilogo della scorsa stagione. Due reti subite, per la quinta volta consecutiva con il tecnico trevigiano in panchina, suonano come un campanello d’allarme assordante, rendendo l’episodio un’infelice costante. Derubricarli alla voce “disattenzioni”, come fatto da Farelli, colui che dei cali di concentrazione è la prima vittima, l’errore da non commettere. Sono i dati a rendere inopportuno l’esercizio, se è vero che nelle precedenti 39 uscite con Breda al timone, i gol incassati erano stati 29, uno score appesantito dal poker di Modena e dai due tris fatti calare, a domicilio, a Crotone e Palermo. Medie antitetiche (0,74 reti subite ogni 90 minuti contro le due delle ultime uscite) che raccontano un’involuzione direttamente proporzionale al ridimensionamento delle ambizioni. Blindare la difesa deve diventare, o tornare a essere, il primo obiettivo della nuova parentesi nerazzurra dell’ex capitano della Salernitana, un traguardo da tagliare passandosi il testimone e remando in una direzione comune per risalire la corrente. Il mantra della cavalcata che ha condotto a mezz’ora dalla storia, quell’equilibrio che scaturisce dallo spirito di sacrificio di tutte le componenti, l’input da restituire alle coscienze di quelle stelle di cui è rimasta solo la polvere. Per evitare che la recessione diventi irreversibile e per scrollarsi di dosso i “se”, marchi indelebili di un fallimento, tornando a essere grandi “nonostante”. 

In collaborazione con Il Giornale di Latina