Così Iuliano ha creato il "modello Latina"

13.05.2015 10:00 di  Marco Ferri   vedi letture
Così Iuliano ha creato il "modello Latina"
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© foto di Federico Gaetano

Facciamo ammenda: non pensavamo che Iuliano potesse rimettere in carreggiata una macchina cui i predecessori avevano tolto l’Abs. Credevamo (o temevamo) che la squadra potesse vivere il terzo cambio tecnico stagionale come rinuncia alla disciplina, trascinandosi sulla china del tracollo in una deprecabile autogestione ai limiti del circo. Non è successo. Anzi, è accaduto il contrario.

MODELLO - Del lavoro di Iuliano non colpisce solo il risultato (quasi) raggiunto, quello da festeggiare tra Chiavari e il Modena. Salvarsi, in un campionato-maratona, difficile e livellato verso il basso, non è mai facile e rappresenta un titolo di merito - cui hanno contribuito solo parzialmente le defaillances in serie delle avversarie - che il Latina ha saputo guadagnarsi grazie a una rimonta vertiginosa. L’identità data alla rosa, però, ha un peso eccezionale e costituisce un vero modello da seguire.

COME CONTE - Dopo aver accarezzato la promozione, ai nerazzurri mancava proprio ciò: affrancarsi dall’estemporaneità e diventare un prototipo credibile. Così come l’amico Conte ha saputo restituire alla Juventus un’immagine vincente, l’ex centrale bianconero ha creato un gruppo di cui potersi vantare, una sorta di precompilato buono per tutte le stagioni. Arrivato tra mille perplessità, lì dove avevano fallito i predecessori, si è pian piano impadronito del Latina, mostrandone ora un volto pavido, ora spumeggiante, infine cinico e determinato. Se otto delle undici vittorie stagionali sono arrivate nel girone di ritorno, quando si è tornati a far festa anche in trasferta, non è certo frutto del caso.

CARTE FALSE - Il miracolo sportivo del Latina, insomma, è innanzitutto il trionfo di Iuliano. E non è detto che sia finita qui. Perché se davvero dovesse arrivare il rinnovo, c’è da star certi che buona parte dei giocatori attualmente in rosa farà carte false per continuare a lavorare con chi ne ha lavato in anticipo l’onta. Beretta e Breda non lo ammetteranno mai, ma il “novellino” ha rimpicciolito il loro lavoro, fino a farlo scomparire