Vedi Bari, pensi a Brescia. Al 'San Nicola' tante analogie con la trasferta di marzo

17.12.2014 16:00 di Marco Ferri   vedi letture
Vedi Bari, pensi a Brescia. Al 'San Nicola' tante analogie con la trasferta di marzo

Quando a Federico Viviani, l’uomo che facendo schizzare sull’erba bagnata una palla dal peso specifico enorme ha spedito all’inferno il Varese,  viene indotto il flashback, la smorfia disegnata su un viso stanco e provato dagli sforzi di 90 minuti assume i contorni del sorriso: “In effetti le analogie – ammette – ci sono tutte, ma noi dobbiamo andare al San Nicola consapevoli che sarà una battaglia, col coltello tra i denti e pronti a non farci condizionare dalle tante polemiche che hanno caratterizzato la semifinale playoff. Non stanno passando un buon momento e ci stanno aspettando, per questo dare continuità diventa ancora più importante”.

QUANTE AFFINITA’ – Per svelare a quali similitudini si riferisse il regista viterbese occorre fare un salto indietro di nove mesi. E’ l’otto marzo quando il Latina, reduce da otto risultati utili consecutivi, fa tappa in casa del Brescia. La settimana che ha condotto all’appuntamento ha riservato il nuovo avvicendamento tecnico in casa delle rondinelle: fuori Bergodi, dentro Iaconi. Già alle prese con le maxi squalifiche inflitte a Di Cesare e Paci dopo il burrascoso finale di Crotone, i lombardi vengono ulteriormente falcidiati dal Giudice Sportivo, che affibbia un turno di stop anche a Budel, Coletti e Freddi. Out tre dei centrali a disposizione, proprio come avverrà sabato prossimo al Bari. I due titolari (nella fattispecie sarebbero stati Contini e Ligi) più il centrocampista prestato al reparto, allora Budel, stavolta Donati.

NEL SEGNO DI VIVIANI – Le carenze numeriche non rappresentano l’unico parallelo tra i due confronti. Anche allora, infatti, la banda Breda si presentò in scena forte di una vittoria interna bagnata dalle luci dei riflettori (a febbraio fu il Padova a cadere al Francioni) a sua volta preceduta da un pari a reti bianche in trasferta, da Lanciano a Perugia. Nove mesi fa, così come oggi, a sublimare l’affermazione casalinga fu una stoccata di Viviani, che al Padova realizzò la sua prima rete con la nuova maglia e al Varese la prima nella porta che volge le spalle al (fu) settore ospiti.  A voler rintracciare fattori positivi anche nelle negatività, infine, c’è da aggiungere la squalifica di un centrocampista. Al “Rigamonti” fu Crimi a saltare a guardare i compagni da casa, mentre al “San Nicola” la stessa sorte toccherà al colonnello Bruno, match winner il 17 aprile scorso.

BOTTINO ASSICURATO IN MEZZORA – Come andò a finire quel giorno? Contro una difesa che, al pari di quella dei galletti, fu rabberciata all’ultimo istante, i pontini misero al sicuro il risultato nella mezzora iniziale, sbloccando il punteggio con Jonathas alla prima iniziativa e congelando i tre punti con la prima firma di Paolucci. A mettere ulteriormente in discesa una sfida che Caracciolo, centrando due legni, provò a riaprire dopo l’intervallo, ci pensò una sesquipedale ingenuità di Olivera che lasciò i padroni di casa in inferiorità numerica con quasi un’ora di gioco ancora da sostenere. Se i ricordi aiutano a vivere meglio, il Latina può attingere al suo personalissimo scrigno per preparare la prossima sfida su un campo ostico ma nel quale può sfoderare l’antica virtù del cinismo per mantenere quell’imbattibilità conquistata tra aprile e giugno.