A metà del guado

12.10.2016 09:48 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
A metà del guado

Il calcio è fatto di frasi fatte. Una delle più frequenti è “bisogna rimanere con i piedi per terra”, che pronunciata dopo una vittoria ottenuta all’ottava giornata sa un po’ di presa per i fondelli. Siamo felici che il Latina abbia regolato il Trapani, ma da qui a farne un motivo di esaltazione ce ne corre.
L’entusiasmo è moderato non tanto perché siano state concesse troppe occasioni da rete ai siciliani, la gran parte disinnescate da Pinsoglio – verrebbe da dire che il portiere è pagato per farlo, ma anche questa è una frase fatta -  quanto per l’evidenza che il lavoro di Vivarini è a buon punto, ma non è ancora completato. Di cose positive domenica se ne sono viste: il miglioramento dell’intesa tra Paponi e Boakye, la crescita della condizione di Mariga, la conferma di Acosty nonostante la guardia stretta di Rizzato, le certezze fornite da Coppolaro. Qualche perplessità però rimane.
E’ stato un rischio proporre inizialmente Rocca e Di Matteo sulla stessa linea, uno da mezzala e l’altro da esterno di centrocampo. Di Matteo è in evoluzione, ma non è ancora in grado di difendere alto mentre Rocca finora ha sempre patito in fase di copertura. La velocità di Coronado ha messo in risalto queste difficoltà, insieme a quelle di Mariga se costretto a fronteggiare un giocatore rapido. L’esclusione di Scaglia dall’undici titolare può essere giustificata dalla doppia giornata di squalifica e quindi da un difetto di condizione, ma già in passato si è visto che la scelta di fare partire il bresciano dalla panchina non paga (Somma docet). Vivarini ha sempre sottolineato che il gran numero di centrocampisti a disposizione, offre una positiva varietà di scelte ma l’assenza di gerarchie se da una parte alimenta motivazioni ed impegno in chi deve conquistarsi un posto da titolare, dall’altra alla lunga può risultare destabilizzante per gli equilibri del gruppo.