La pazienza è al limite

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio
24.11.2014 15:13 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
La pazienza è al limite

Chi se ne frega dei complimenti di Sannino! Una gigantesca presa per i fondelli.

Chi se ne frega dell’equilibrio della squadra! Un concetto che da mesi ci sentiamo ripetere come un mantra e di cui davvero non ne possiamo più. La sostanza delle cose è sotto gli occhi di tutti: il Latina è ultimo e a fargli compagnia in fondo alla classifica rimangono sempre meno squadre.

Va bene, a Catania c’ha messo lo zampino l’arbitro. Siamo d’accordo, a Catania s’è visto un buon Latina. Fumo negli occhi. La verità è che il Latina ha creato una sola, vera occasione da rete, confermando le proprie difficoltà ad andare in gol. D’altronde, se i due attaccanti titolari giocano costantemente spalle alla porta, la domanda è lecita, spontanea, elementare: ma chi segna? E nel calcio non si vince mica con lo 0-0.

Il Latina nella ripresa ha sovrastato il Catania nel possesso palla, eppure ha sfiorato il vantaggio soltanto con Rossi. Spentosi Viviani, nessuno ha più concluso a rete (figurarsi in rete). Breda nel momento in cui avrebbe dovuto provare nuove soluzioni, non l’ha fatto, i suoi interventi (leggi sostituzioni) hanno peggiorato e non migliorato la manovra. Non è una opinione, è un dato di fatto.  

Il tecnico trevigiano non ne ha mai fatto mistero, il calcio è per lui soprattutto corsa. Con Almici e Doudou in campo ha cercato di dare freschezza alla manovra che, però, in assenza di una rimodulazione della squadra, non ha prodotto effetto alcuno, anzi. C’era da osare, c’era da inventarsi una alchimia tattica. Niente.

La pazienza ora è al limite, la comprensione pure.