Latina, perché continui a farti male?

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio
18.01.2016 18:47 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Latina, perché continui a farti male?

Sarà la volta buona? Ce lo siamo chiesti più di una volta nel corso della stagione. Ogniqualvolta il Latina ha imbroccato un successo, abbiamo sperato che fosse l’inizio di una fase nuova, il primo di una serie di risultati positivi.

La continuità è la grande assente nella stagione nerazzurra, tant’è che il più lungo filotto di risultati positivi i nerazzurri lo hanno messo insieme agli albori del campionato quando sono passati indenni per le prime quattro giornate (tre pareggi ed una vittoria).  Semmai la continuità, quando c’è stata, è stata di segno negativo: la più lunga serie di sconfitte in trasferta (5),  il più alto numero di turni senza vittoria da quando i nerazzurri sono in serie B (5).  

La vittoria sul Novara non è poi tanto diversa dalle precedenti per suggerire oggi le certezze che sono fin qui mancate. Rispetto al 2015, Somma ha proposto una mediana a tre e stretto le posizioni di Acosty e Dumitru, il che ha consentito alla manovra offensiva di alzare il punto di impostazione e facilitato le sovrapposizioni.  La mediana avrebbe però dovuto accompagnare maggiormente il gioco d’attacco come stanno a dimostrare i tanti cross sul secondo palo destinati a cadere in zone del campo non presidiate da maglie nerazzurre.

Nella ripresa il Latina è calato come è logico che sia quando la verticalizzazione e la profondità non sono assicurate dalla manovra, bensì dalle caratteristiche dei suoi interpreti (leggi Dumitru e Acosty). Stavolta però il Latina ha messo da parte l’altezzosità per riscoprire l’umiltà, qualità che non produrrà bel gioco, ma ha un’alta probabilità di condurre al risultato utile.  Dentro quindi Milani, Mariga e Brosco per una squadra che ha badato a difendere piuttosto che a replicare. Certo, in questo modo si rischia di abbassare troppo il baricentro, di regalare campo all’avversario, ma il tutto dipende da dove si va a difendere e da chi difende.

Infine due rapide considerazioni a margine. Sabato, nell’intervistare Mauro Facci per Sky, Gianluca Di Marzio ha chiesto chiarimenti sulla vicenda del mancato esonero di Somma, premettendo, in tono ironico: «C’era del vero o è stata tutta una invenzione della stampa, dei giornalisti cattivi?». Parole che da sole smontano il tentativo di fare passare i giornalisti locali per visionari, confermando che la notizia è arrivata (e come se è arrivata!) ai network nazionali. Piuttosto che pensare al silenzio stampa, in società dovrebbero chiedersi da chi è venuta la soffiata, perché è certo, la notizia è uscita da Piazzale Prampolini.

Seconda considerazione. Ci si chiede se Pietro Leonardi si sia effettivamente chiuso nello stanzino dell’arbitro Ghersini prima del confronto con il Novara. E se è vero (come è vero), a che scopo lo ha fatto?  Su questo avrebbe dovuto fare chiarezza il comunicato del Latina che parla di “dichiarazioni false e lesive”. Sul “lesive” nessun dubbio, quanto al “false”, nessuno ha spiegato perché siano da ritenere tali. Il tutto per un unico, grande quesito: perché continuiamo a farci del male da soli?