No turnover, no gioco
No turnover, no gioco. Mettiamolo sulla battuta, se non altro perché la vittoria sull’Ascoli fa tornare il sorriso nell’ambiente nerazzurro dopo il broncio con cui era stato accolto il pareggio di Vercelli. Martedì sera a fare la differenza tra un Ascoli arrembante e un Latina barricadiero sono state le gambe, nient’altro. Se un gigante come Petagna si beve più e più volte Esposito, e con lui mezza difesa nerazzurra, la ragione non può essere che di natura fisica. D’altronde Petrone non ha esitato a lasciare a casa mezza squadra, forse la più importante, pur di avere a disposizione una squadra fresca e pimpante. Iuliano no, al ricambio proprio non c’ha pensato.
E ti credo!
L’imbattibilità sotto forma di tre pareggi in confronti ritenuto di non elevata difficoltà non è che aiutassero a consolidare la posizione del trainer cosentino. Iuliano sapeva bene che mancare la vittoria con l’Ascoli avrebbe ridato fiato ai suoi detrattori, riacceso le voci sui dissidi con la società e mandato in frantumi la serenità raggiunta con difficoltà all’interno del gruppo. Iuliano ha rischiato e gli è andata bene, vuoi anche perché la squadra seppure in affanno, ha dato tutto per salvare il risultato. Altra cosa sarà adottare il turnover a Cagliari, dove l’eventuale sconfitta non farà di certo rumore.