Piccoli segnali di ottimismo

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio
17.12.2014 00:01 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Piccoli segnali di ottimismo

Quanto la vittoria di lunedì sera sul Varese possa o meno rappresentare la svolta evocata in sede di presentazione della gara da Roberto Breda, lo sapremo soltanto al termine del girone di andata, con la quota 25 punti a fare da metro di giudizio. Quel che è certo è che la sterzata  non può venire giocando nel modo in cui il Latina ha affrontato la prima ora del match contro i varesotti: con certi (non) ritmi e una manovra così macchinosa non si va molto lontano. A suggerire ottimismo c’è però quell’ultima mezz’ora condotta di gran carriera, con la determinazione che si confà ad una squadra che sta inseguendo la salvezza. Una mezz’ora in cui il Latina ha fatto la partita e ha sovrastato l’avversario sul piano atletico, prima ancora che tecnico e tattico.

Il confronto di lunedì sera ha detto pure che il Latina inizia ad incamerare qualche certezza. Una di queste è la difesa a quattro, a cui finalmente (!) è approdato Breda. Questione di equilibrio, ma anche di una maggiore possibilità di scelta negli uomini da infilare nell’undici titolare. Una disposizione che consente a Dellafiore di dare il meglio e a Brosco di acquisire maggiore sicurezza, senza contare che sugli esterni permette di virare da un assetto fluidificante – con Rossi e Almici - ad uno di maggiore contenimento, con Bruscagin e Brosco larghi,  Cottafava centrale. Senza il “Marcello”, il reparto perde qualcosa nel gioco aereo, ma determinati rischi vanno corsi.

Nella consapevolezza di aumentare il personale numero di detrattori, confesso che la prova di Sbaffo non mi è affatto dispiaciuta. Il ragazzo deve contenere l’irruenza negli interventi e tenere meno la palla, ma insieme a Viviani è il solo tra i nerazzurri ad andare con continuità al tiro. Oltretutto con Viviani in posizione arretrata, e in assenza di Valiani, Sbaffo è stato il principale protagonista delle transizioni nerazzurre, in particolare quando la mancanza di spazi ha finito con il disinnescare la (confusa) generosità di Crimi.

A proposito del messinese, ne avrei perorato lo scambio di ruolo e posizione con Viviani, il quale più  vicino al limite dell’area gioca e meglio (a mio avviso) è. A stopparmi però lunedì sera c’ha pensato Breda che a precisa domanda, ha risposto: «I due non gradirebbero, a loro piace giocare nella posizione che occupano attualmente». E così sia.