Senza calcio spettacolo è un Latina evoluto

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
09.02.2016 18:03 di Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Senza calcio spettacolo è un Latina evoluto

È come dire di una donna o di un uomo che è simpatico/a, aggettivo a cui si fa solitamente ricorso per non parlare della scarsa avvenenza o della stupidità del soggetto di cui si sta (s)parlando. Così del Latina di Ascoli si è detto che ha mostrato “carattere”, soprassedendo alla pochezza della prestazione e alla bruttezza del confronto. Ai nerazzurri non mancano però le giustificazioni, che poi a ben vedere si riducono ad una soltanto: mezza squadra non era in perfette condizioni. 

Olivera non doveva nemmeno essere convocato, nonostante sia poi risultato tra i migliori. Con Moretti spedito a Vicenza e Marchionni fuori lista, in organico non c’è un altro giocatore in grado di distribuire i palloni e di dettare movimenti e tempi della manovra. Oggi molto più che in passato, il Latina è Olivera dipendente, il che comporta una buona dose di rischio.

Pure Mariga non sarebbe dovuto scendere in campo e, a differenza di Olivera, la cosa nel corso del confronto è apparsa palese. Buona parte delle difficoltà del Latina ad Ascoli sono conseguenza della sua prestazione. Troppe volte non ha accompagnato la manovra, rimanendo basso e facendo scendere di conseguenza tutta la squadra.

Ad Ascoli c’è stata anche la prima da titolare di Boakye, una delusione! Non poteva essere altrimenti, considerato che il ghanese è in forte ritardo e abbisogna di tempo per recuperare la piena condizione. Si comprendono le ragioni della società che ha necessità di metterlo in vetrina quanto più possibile, ma esporlo a certe figuracce è deleterio e rischia di impoverirne il valore di mercato. Ci vuole pazienza. Sarà perché privo della necessaria brillantezza, Boakye ha oltretutto cercato rifugio giocando nei pressi della mediana e così il Latina è risultato troppo schiacciato sulla linea di mezzo per dare aria alla propria manovra offensiva.

Piuttosto del “carattere” della prova di Ascoli sarebbe da sottolineare la “praticità” del Latina nel suo formato ascolano. Praticità evidenziata nella presa d’atto dell’incapacità di frenare la pressione avversaria e nel conseguente rimedio affidato all’inserimento di Figliomeni, con relativo passaggio alla difesa a 5. Visto che ci si doveva difendere, Somma ha pensato di farlo al meglio ed è questo l’ennesima conferma della sua trasformazione. In altri tempi prima ancora che a difendere, avrebbe pensato a come colpire un avversario tanto sbilanciato. La rinuncia al calcio-spettacolo potrebbe sembrare una involuzione, e invece, nel caso del Latina, è una felice evoluzione.