Un ibrido (ancora) senza identità

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio.
16.09.2015 13:15 di Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Un ibrido (ancora) senza identità

Il confronto con il Trapani ha rafforzato la mia convinzione che il Latina sia una squadra ibrida, capace cioè di mutare facilmente veste tattica, senza però eccellere a tal punto da consolidare la propria identità in un sistema di gioco. A qualsiasi disposizione tattica mi venga di pensare, c’è sempre un ruolo per il quale Iuliano è costretto a forzature e adattamenti.

E’ la conseguenza di un organico costruito con qualche doppione di troppo e diverse lacune. Tant’è che è stata sufficiente l’assenza di un solo uomo, Calderoni, per costringere il tecnico dei nerazzurri a scelte ardite (Olivera e Moretti insieme), a forzate innovazioni (Acosty), all’ennesima carambola tattica (4-1-4-1), ricavandone peraltro indicazioni che rischiano di incasinargli il futuro piuttosto che agevolarne le scelte. Scaglia, per fare un esempio, è piaciuto nell’interpretazione del ruolo di terzino, la sua corsa insieme alla velocità sul breve di Dumitru fa intravedere una catena mancina capace di sfracelli. Non ha ottenuto altrettanti consensi l’opzione del doppio regista, con Olivera e Moretti insieme in campo, tant’è che nelle valutazioni del giorno dopo l’uruguaiano è al top mentre la prova dell’ex Vicenza è giudicata un mezzo flop.

Pareri condivisibili, anche se chiedo a chi ha la bontà di leggere queste righe, di immaginare come lunedì si sarebbe mossa la mediana nerazzurra senza l’ordine (lento) imposto al gioco dalle trame di Moretti. La possibilità di coesistenza tra Olivera e Moretti a mio avviso è direttamente proporzionale alla distanza dell’uno dall’altro. Che poi significa dare ai due compiti ben distinti: Olivera regista della fase di contenimento e propositore delle battute di impostazioni, Moretti curatore delle geometrie offensive, delle pennellate in grado di dare incisività e inventiva alla manovra nerazzurra a ridosso degli attaccanti.

Ergo, Iuliano avrà difficoltà in futuro a muoversi sulla base del 4-3-3 a meno di relegare in panchina parte dei fiori all’occhiello del mercato – Moretti e Marchionni – o il giocatore che lui stesso ha eletto a leader della squadra, Olivera