Un necessario processo di revisione
All’indomani della sconfitta di Carpi da più parti si è fatto giustamente notare come la difesa del Latina risulti essere la peggiore del torneo insieme a quella della Pro Vercelli, squadra che pur avendo realizzato un solo gol in più dei nerazzurri, in classifica li distanzia di quattro punti. Eppure sul piano dei singoli non può certo dirsi che i difensori del Latina siano inferiori ai colleghi di altre società. Fatta eccezione per le difficoltà iniziali di Di Matteo, giustificate dal ritardo preparazione del giocatore, non può dirsi che le prestazioni di Dellafiore & C. siano state così disastrose da meritare l’ultimo posto nella classifica di reparto. Ergo, il problema sta da qualche altra parte, a conferma di una tra le frasi più abusate del dire calcistico: "si attacca in 11, si difende in 11”. Il problema – e anche qui gli osservatori che mi hanno temporalmente preceduto hanno avuto modo di sottolinearlo nei loro commenti – è da ricercare in particolare nella mediana, soprattutto se Mariga incappa in una giornata decisamente negativa come gli è capitato a Carpi. L’abbondanza di soluzioni a disposizione invece di un vantaggio si sta trasformando in un problema per Vivarini, alla continua ricerca di una quadra che non arriva. E che probabilmente non arriverà mai se ci si continuerà a muovere tatticamente tra il 4-4-2 e il 3-5-2 e viceversa. Moduli che il tecnico ha provato molto, sperimentando diverse variazioni sul tema, prendendosi (e ricevendolo dalla società) il tempo necessario a capire e valutare. Oggi, a quasi un quarto di campionato consumato, è il momento di tirare le somme, di giungere a conclusioni e conseguentemente di agire. Prima si fa questo processo di revisione e prima il Latina eviterà di finire in un cul de sac da cui poi sarà difficile uscire.