Esclusiva - Sibilia: “Mancini? Parliamo d’altro. Volevo riportare Somma”

Il “Baffo” punge l’ex amministratore unico del Latina ed esalta la gestione Ferullo: “Un presidente capace. Il mio addio? Non ha deciso il sindaco”
19.05.2017 14:00 di  Guido Tomasone   vedi letture
Foto: zonapontina.com
Foto: zonapontina.com

Mai banale, spesso pungente, sempre schietto. Giancarlo Sibilia è completamente assorbito dal nero e dall’azzurro. Due colori che hanno dipinto la sua vita. Quando ci parli il “Baffo” gesticola, sbraccia, si agita e poi riprende fiato. Un tiro di sigaretta e via. Si riparte. Un po’ come quando sedeva in panchina. Le sue parole aiutano, fra l’altro, a capire l’allontanamento dal Latina, di cui, fino al 15 febbraio, ha ricoperto la carica di direttore tecnico del settore giovanile. “È stato brusco - confessa - in un primo momento ho creduto che dietro ci fosse la mano del sindaco, almeno questo mi è stato comunicato da Benedetto Mancini e Fabrizio Lucchesi, che mi propose il ruolo di capo scuoting della prima squadra pretendendo le mie dimissioni dal vivaio. Con il tempo ho capito che era soltanto una scusa per mettermi in condizione di andare via. Devo chiedere pubblicamente scusa a Damiano Coletta se ho dubitato di lui”.

Più deluso o arrabbiato?
Arrabbiato, perché mi sono sentito ingannato. Fra l’altro questo provvedimento ha coinvolto anche altre figure valide presenti in società come Marco Ghirotto (tecnico della Primavera, ndr), il suo vice Gianluca Campo e Pierluigi Sperduti (team manager, ndr). In aggiunta, viste le condizioni impossibili in cui versava il settore, hanno detto basta allenatori preparati come Marco Iannarilli (under 15, ndr) e Costantino Zuccarini (under 16, ndr). Risorse importanti che il Latina non ha saputo trattenere.

L’avvento della nuova società a dicembre non ha migliorato la situazione?
Bisogna distinguere le due gestioni: di Angelo Ferullo e Regina Wainstein non posso che parlare bene. L’ex presidente era in sede dalla mattina alla sera e non perdeva una partita delle squadre del settore giovanile. Stava iniziando a rivedere l’intera struttura partendo proprio dal basso ma il suo lavoro si è interrotto quando è arrivata l’istanza di fallimento della Procura.

Li ha conosciuti tutti da vicino, scelga un aggettivo per Pasquale Maietta, Angelo Ferullo e Benedetto Mancini.
Rispettivamente passionale e capace. 

Ne manca un terzo.
Mancini si commenta da solo. Fortunatamente anche la città ha imparato a conoscerlo. Parliamo d’altro.

Per vocazione lei resta un allenatore, ci dia un giudizio su Vincenzo Vivarini.
Una gran brava persona, ma l’estate scorsa avevo suggerito alla proprietà di riportare in panchina Mario Somma, uno dei pochi capaci di abbinare attaccamento e competenza, oltre a saper fare calcio ad ogni latitudine”.

Lega Pro o Dilettanti: come ripartire?
Perdere la serie B dopo 4 anni fa male, per cui non credo che la città accetti la D. Ci vogliono innanzitutto persone serie che abbiano capacità e senso di appartenenza, a prescindere dalla categoria. Nella mia breve parentesi al settore giovanile ne ho conosciute tante. Spesso le persone di Latina sono apprezzate più fuori città che in casa.

Qual è la prima cosa che farebbe Sibilia se rilevasse la società?
Un presidente non dovrebbe mai dire bugie ai suoi tifosi, ma operare con trasparenza e lealtà unicamente per il bene del club. Questo dovrebbe essere il fine comune, invece spesso qui a Latina vogliono insegnarci il calcio. Di personaggi così non ne abbiamo bisogno.