Attacco Latina, reparto d'emergenza

25.03.2015 14:15 di  Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Attacco Latina, reparto d'emergenza
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© foto di Federico Gaetano

Il falso mito nerazzurro trova risposta nei numeri. Il problema irrisolto di una stagione incompiuta, più che l'attacco in sé, è chi compone quel reparto. Un fondo che i nerazzurri hanno toccato con una  discreta soluzione di continuità, rendendolo alla stregua di un abisso. Perché se fino al 28 dicembre, nel gelido pomeriggio modenese passato alla storia per gli errori sottomisura di Sforzini, si pensava di non poter vedere di peggio, chi è arrivato a dare la staffetta all'italico terzetto (completato da Petagna e Pettinari), è riuscito perfino a far rimpiangere i predecessori.

SEMPRE PEGGIO - L'inutile centro di Oduamadi, sabato scorso, contro lo Spezia, ha sbloccato il rinnovato fronte avanzato. Ma pensare che possa fungere da molla, equivale al più ottuso degli esercizi di fede. La prima linea pontina, ora tutta straniera e di marca completamente africana, è il muro contro il quale sbattono le velleità del Latina. Iuliano, che pure pubblicamente (non potendo fare altrimenti) ha sempre difeso i suoi, sa bene che quella condanna a combattere punto su punto fino all'ultima giornata, quell'impossibilità di alzare l'asticella delle ambizioni, è strettamente correlata all'anemia dei suoi (presunti) stoccatori. Il dato assoluto aleggia e permane dall'alba del campionato: il Latina “vanta” - sebbene abbia da poco riacciuffato il Modena – il peggior attacco dell'intera categoria. Quello parziale, invece, non mente: da gennaio in avanti, il già avvilente contributo offerto dai suoi aculei, è andato peggiorando.

FARO SFORZINI - Dieci reti e otto assist, per una quota partecipativa totale di diciotto. Tanto hanno aggiunto al potenziale bellico gli offendenti alternati, in tre diverse gestioni tecniche, da Beretta, Breda e Iuliano. Il più incisivo, nonostante l'eclissi bimestrale che ha preceduto la cessione, rimane Ferdinando Sforzini, con quattro sigilli personali e tre suggerimenti vincenti ai compagni. Il “tagliagole”, già sei volte a segno a Chiavari nella sua esperienza, ha contribuito da solo a quasi il 50% delle soddisfazioni prodotte dalla prima linea. Due gol a testa sono quelli pescati da Doudou e Paolucci, con Pettinari e Oduamadi che concorrono al recente raggiungimento della doppia cifra. Sul versante dei passaggi tradotti in rete, infine, sottratti quelli dell'ariete di Tivoli, rimangono i due di Oduamadi (entrambi giunti contro il Livorno), con Doudou, Pettinari e Petagna propiziatori una volta ciascuno delle gioie altrui.

L’ANOMALIA - La mediana, capeggiata da quel Viviani autore della best performance in carriera (sette marcature, due dal dischetto), ha segnato tre volte di più, fornendo complessivamente appena un assist in meno. Oltre al capitano, sono finiti sul tabellino Valiani (3), Crimi (2) e Olivera, con il bilancio totale arricchito dalle tre realizzazioni difensive, ad opera di Brosco (Ternana), Dellafiore (Lanciano) e Alhassan (sempre ai rossoverdi umbri, nel return match) e dal gentile omaggio del difensore livornese Emerson, la cui improvvida deviazione nella propria porta ha dato il via alla rimonta sui labronici nel giorno della prima affermazione di Iuliano. L’antitesi, quell’insolito ribaltamento dei compiti, è materia tutta nerazzurra, in un torneo in cui gli attacchi segnano in media tre volte tanto i colleghi della linea di mezzo. Solo il Bologna (16 firme dai centrocampisti e 18 dagli attaccanti) e il Trapani (16 a 21, con la frenata offensiva legata alla cessione di Mancosu proprio ai felsinei), avvicinano lo score di un Latina che resta, tuttavia, l’unica famiglia ad aver soverchiato i ruoli tradizionali, facendo “indossare i pantaloni” a chi di solito è chiamato a faticare.

I DISCEPOLI DI ZEMAN – Uno lo ha avuto come allenatore quando, da calciatore, indossava la maglia del Napoli, l’altro si è limitato ad assumere la conduzione di una squadra diretta da lui non più di tre anni fa. Sarà un caso, eppure chi ha saputo far esprimere al massimo le proprie punte sono due tecnici che, in maniera più o meno diretta, hanno avuto a che fare con Zdenek Zeman. La più gioiosa delle macchine da gol è quel Pescara che, pur cambiando gli interpreti, continua a divertirsi con una media che sfiora le due volte (53 in tutto) a partita. Tra gli abruzzesi è andato in gol un solo difensore, con gli attaccanti che hanno assolto al compito 41 volte, entrando ben 21, da assistman, nelle azioni decisive. Si ferma a 61 la quota partecipativa del Frosinone, che somma 39 centri e 22 suggerimenti corretti alle spalle del portiere avversario. Nel computo, come osservato prima nel caso nerazzurro, rientrano anche i centravanti ceduti a gennaio: è il caso di Maniero per gli abruzzesi e di Curiale per i ciociari. Sul podio del contributo dato dagli attaccanti alle soddisfazioni di squadra, si colloca anche il Livorno (51), nonostante il recente rallentamento innescato da Gelain e dal suo erede, Panucci. Bologna e Varese (18 goal e sei assist) sono quelle che si inseriscono appena sopra ai pontini.

CARPI, MA COME DIFENDI? – Nell’analisi dei gol reparto per reparto, si osserva come le mediane più prolifiche (16 centri ciascuna) siano quelle di Bologna e Trapani, con i felsinei che hanno visto i propri interpreti partecipare in tutto (assist compresi) a 38 dei 39 sigilli totali. Una difesa completamente fuori dagli schemi è altresì quella della capolista. Oltre ad essere la meno battuta dell’intero torneo, infatti, quella del Carpi – grazie alle straordinarie doti aeree dei suoi due centrali – è anche la terza linea che segna maggiormente, con ben 13 gol all’attivo (tre in più dell’attacco del Latina) e 9 assist. La retroguardia con i piedi più educati è invece quella della Pro Vercelli, in grado di sfornare già 15 cross tradotti in rete, nella maggior parte dei casi, dal capocannoniere Marchi.

PESCARA, SETTE ATTACCANTI A SEGNO - La compagnia del gol alloggia sulle sponde del Mar Adriatico. Con già sette elementi a segno, il Pescara è la squadra ad aver gonfiato più volte il sacco grazie ai suoi “avanguardisti”. Dopo aver goduto, fino a metà stagione e prima di un’offerta irrinunciabile (1,2 milioni) del Catania, del capocannoniere, quel Riccardo Maniero autore di 12 reti fino al giro di boa, Baroni si “consolato” con il ritorno del Sindaco. Marco Sansovini, strappato ad un’Entella che lo ha visto incupirsi sabato dopo sabato, ha già completato a metà la rimonta nei confronti del predecessore, siglando sei reti pesanti per una media – minuti alla mano – superiore al gol a partita. Tra gli altri Delfini gioiosi, ha già sfondato la doppia cifra Federico Melchiorri (11, uno dei quali al Latina nel girone d’andata), mentre il bomberino di scorta, l’ex juventino Pasquato, è fermo a 6 e Politano a tre. Chiudono il cerchio il brasiliano Da Silva, ceduto al Brescia non prima di aver siglato una doppietta a Vercelli, e l’ex Novara, Lazzari, che agendo da esterno sinistro del tridente è entrato sul tabellino dei marcatori una sola volta.

GAGLIOLO, LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO - Nel Carpi dei miracoli è il quarto miglior marcatore in assoluto, ma tra i difensori del campionato non teme confronti. Riccardo Gagliolo, centrale di “nascita” e terzino acquisito, ha già avuto modo di esultare ben cinque volte, tutte nel girone d’andata, contribuendo alle fortune dell’undici di Castori. Il podio degli stopper con il vizietto del gol viene completato, e condiviso, da Oikonomou (Bologna), Di Cesare (Brescia) e Terlizzi (Trapani), tutti con tre marcature a (e spesso di) testa. Tra i centrocampisti, invece, è scontro frontale tra nerazzurri vecchi e nuovi. Karim Laribi, interno con Breda ma oggi a tutti gli effetti trequartista nel Bologna, viaggia a meno due dalla doppia cifra e a più uno su Federico Viviani, che da par suo deve guardarsi dal pescarese Bjarnason e dal bresciano Benali, entrambi a segno già sei volte.