GdL - Maietta finisce nel tritacarne

25.04.2016 11:57 di  Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
GdL - Maietta finisce nel tritacarne
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Una polveriera. La sconfitta di Livorno, passata in cavalleria alla ripresa di mercoledì (unico giorno a porte aperte della settimana), ha prodotto ieri una resa dei conti totale. Se la misura della curva nei confronti della squadra è parsa colma sin dall’ingresso in campo, con un accogliente “Tirate fuori le p***e” stampato a caratteri cubitali, il tratto di discontinuità rispetto al passato è rappresentato dalla feroce contestazione nei confronti della società.
La pazienza si esaurisce definitivamente al minuto  numero 74, subito dopo l’ennesima offensiva andata a vuoto.  Ma se il “mercenari” sputato addosso ai giocatori è un ritornello sentito più volte già nella stagione, l’orecchio non è certo abituato a sentire cori contro Pasquale Maietta.
Per il presidente si tratta della prima volta assoluta dal 2007. Apprezzato dalla piazza e da un pubblico che ne ha sempre riconosciuto e glorificato il ruolo centrale nella prepotente scalata che ha condotto il club di Piazzale Prampolini dalla periferia della Promozione fino alle porte della serie A, spalancate e chiuse nel giugno del 2014, mai era stato oggetto di critiche così aspre in casa propria. Ed è questo, più di ogni altro, l’elemento che colpisce: a contestare il massimo dirigente è stato lo zoccolo duro della tifoseria, quello sopravvissuto alle spaccature interne e determinate dalle vicende giudiziarie.
L’inequivocabile “vaffa” a lui rivolto, cui ha fatto seguito quello “dedicato” a Pietro Leonardi – che si è defilato ed ha preferito rimanere nei pressi del tunnel che conduce allo spogliatoio anche nell’incandescente dopogara -, è uno straccio volato in faccia all’idillio. Il presidente, che nella prima frazione si era accomodato sugli spalti, salvo poi scendere a bordocampo per la ripresa e assolvere all’insolito ruolo di paciere negli attimi concitati che hanno fatto seguito al triplice fischio finale, ha provato a ricomporre la frattura recandosi personalmente sotto lo spicchio più caldo dello stadio, dove i supporters invocavano gli scalpi dei calciatori.
Un conciliabolo durato una manciata di minuti duranti i quali Maietta – scortato dal direttore tecnico Mannarelli -, ha mantenuto quei toni espressi già a mezzo social dopo Cesena e ammesso candidamente di non sapere più quali misure adottare nei confronti di un gruppo incapace di avere reazioni nervose. I sostenitori rimasti all’interno dell’impianto, ed assiepati in minima parte anche nella Gradinata, hanno apprezzato e ne hanno salutato l’intervento con un applauso, elargito solo dopo aver ricevuto l’ok al confronto in differita con la squadra, impossibile da effettuare all’interno dello stadio a causa delle severe regole della Procura Federale. Un segno di pace che non muta la sostanza: nel tritacarne, stavolta, ci finisce anche l’insospettabile.