In tre anni ha portato il Latina al top

08.08.2015 12:00 di  Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
In tre anni ha portato il Latina al top
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© foto di Federico Gaetano

“Assumerò questo incarico con la massima umiltà e con la voglia di imparare da tutti”, si presentò Paola Cavicchi nel giorno del suo insediamento al timone del Latina Calcio. Era l’alba del 5 settembre 2012 quando la società di Piazzale Prampolini accolse il primo presidente donna della sua storia. Imprenditrice pontina doc, consulente delle società di autotrasporto merci per quanto riguardava la gestione aziendale nonché segretaria provinciale della Fai (Federazione autotrasportatori italiani), titolare da ben trent’anni della Lepincar, una società di servizi per autotrasporti, ereditò lo scranno che era stato di Michele Condò, contribuendo all’inevitabile nuova ripartizione delle quote. Il 26% fu affidato al vice-presidente Pasquale Maietta, che divise la carica con Fabrizio Colletti, figlio della Cavicchi e anche lui vice-presidente con il 25% delle quote societarie. L’altro 25% venne rilevato da Italo Rizzato, il 22% da Giancarlo Zampieri ed il restante 2% da Massimo Pulcinelli della Bricofer. Era solo l’inizio di una parabola vincente.

BIENNIO STELLARE – Madre amorevole con tutti i giocatori e spietata donna d’affari quando si trattava di difendere la sua creatura. Poco avvezza alla forma e scrupolosamente concentrata sulla sostanza, a Latina la Cavicchi ha saputo regalare una ventata di freschezza, restituendo a una società che si era  salvata sudando le proverbiali sette camicie, quelle stimmate da predestinata. Da Pecchia a Sanderra, da Auteri a Breda – e non è certo questo il contesto per ripercorrere le imprese sportive – i primi 21 mesi di gestione l’hanno vista formare un unicuum vincente con Pasquale Maietta, portando in dote la gioia della storica promozione in Lega Pro, l’orgoglio per un trofeo (la Coppa Italia di Lega Pro) aggiunto alla bacheca e il sogno della serie A, sfumato nella notte delle streghe del 18 giugno 2014.

PRIMI SEGNALI – Qualche giorno prima, esattamente 36 ore dopo la conquista dello spareggio promozione, arriva la prima variazione significativa: Pasquale Maietta lascia la carica di vice per ricoprire quella di co-presidente, rappresentando insieme alla Cavicchi l’organo esecutivo. Nuovo assetto anche per quanto riguardava le quote societarie. Pasquale Maietta assume il 50% delle quote, la parte restante, in quota uguale (25 e 25), ai figli della presidente, Fabrizio e Roberta. Il rimescolamento – si disse - testimoniava come il club nerazzurro fosse intenzionato a proseguire il proprio lavoro puntando sull'affiatato gruppo “tutto pontino” capace di portare il Latina alla ribalta del calcio italiano, mettendo a tacere “vecchie” voci su presunti quanto improbabili nuovi ingressi societari.

SEPARAZIONE – Uscire da vincitrice. Il pensiero della Cavicchi, sfumato il grande salto, parve essere proprio quello. La seconda stagione cadetta dei nerazzurri si incaglia in una palude magmatica e rischia di inficiare l’immagine costruita nelle due precedenti. La Cavicchi continua (è un tratto che caratterizzerà tutta la sua esperienza da massimo dirigente) a parlar poco, soffrendo in silenzio. Lentamente, però, i segnali di un imminente divorzio crescono. Lei prova a spegnerli durante la consueta cena natalizia, preconizzando “un bel futuro”, ma sottolineando di dover “uscire dalle acque movimentate, prima di decidere la direzione”. quel giorno (il 18 febbraio seguente Antonio Aprile verrà nominato presidente del settore giovanile, ndr), non effettuerà più dichiarazioni pubbliche sulla questione. Proprio ai nostri microfoni, a metà marzo, fu il figlio Fabrizio Colletti a confermare il sottocodice, con parole che oggi risuonano come un presagio: “Come dissero a Natale i co-presidenti Cavicchi e Maietta – spiegò - la domanda sul possibile cambiamento non è un tema imminente . Siamo saldi al nostro posto e concentrati sull’obiettivo. E’ normale che, in questo ambiente, nessuno può fare il dirigente o il presidente in eterno”.  Offuscata – nonostante le smentite di rito – dall’ombra sempre più incombente di Pietro Leonardi e sfiancata dalla questione stadio, per il quale si era detta pronta ad incatenarsi, ha fissato il proprio limite al tardo pomeriggio del 7 agosto 2015. Lasciando alle sue spalle una lunga scia di successi che nessuno potrà sporcarle.