Jefferson, quando (ri)suona la campana?

26.11.2015 15:00 di Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Jefferson, quando (ri)suona la campana?
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© foto di Federico Gaetano

Un giocatore da ritrovare. Andrade Siqueira Jefferson ha riportato a Latina la brutta copia della versione che i tifosi nerazzurri ricordavano. Sono lontani i tempi in cui l’ariete brasiliano, che a gennaio compirà 28 anni, faceva impazzire i tifosi con i suoi gol, sempre pesanti e mai banali. Da quello da distanza siderale all’Avellino alla firma sulla storica vittoria di Palermo, passando per l’incornata con cui scacciò i fantasmi della beffa nella finale playoff con il Pisa del 16 giugno di due anni fa.

AI MARGINI – Tornato in terra pontina dopo una stagione vissuta a Livorno, e dopo che nel convulso ultimo giorno del mercato di gennaio era stato il rifiuto dei labronici all’inserimento di Angelo come contropartita a far saltare la trattativa, “Jeffe” è ancora all’asciutto di gioie dopo quattordici giornate, gran parte delle quali vissute in panchina. In tutto ha collezionato finora 9 presenze, di cui solo tre partendo dal primo minuto nonostante il titolare del posto al centro dell’attacco (Corvia), sia rimasto fuori dall’undici iniziale per infortunio per ben sette sfide. Alle sue apparizioni dal fischio d’inizio (Modena e Perugia) corrisposero altrettante vittorie, mentre le soluzioni architettate dopo sono costate dispiaceri e perfino il posto a Iuliano, che tra Como, Ternana e Brescia gli concesse un utilizzo complessivo di appena un’ora. Le cose non sono cambiate neppure con Somma che, nelle prime tre uscite della sua gestione, lo ha impiegato come carta della disperazione nei sei minuti finali del match di Avellino.

A SECCO – Del giocatore che duettava (e ballava) col connazionale Jonathas è rimasto (per) ora solo il ricordo, con la miseria di un assist – se tale può essere considerato il passaggio a rimorchio poi reso oro dalla pennellata di Scaglia al Bari -, ad impreziosire un primo terzo di campionato opaco e che ha contribuito ad amplificare il digiuno. Bisogna infatti scorrere a ritroso di ben 344 giorni per pescare l’ultimo gol del centravanti di Guarulhos, risalente a un Livorno-Catania che cambiò con il suo ingresso a 13’ dallo scadere, siglando il pareggio lampo e confezionando il servizio vincente per il definitivo 4-2 di Siligardi. Dal 13 dicembre di un anno fa, con 38 partite a disposizione, ha messo assieme appena 438 minuti, una dote troppo risicata (11 minuti in media ad incontro) per pensare di poter incidere.

FLASHBACK – Prima della riapertura di una finestra di mercato che può regalare sorprese, disporrà di altre sei occasioni per provare – scelte tecniche permettendo -, a mettersi in evidenza. La prima di queste al “Biondi” di Lanciano, in uno stadio in cui fece già male il 6 novembre di quattro anni fa, andando a realizzare quella che per sua stessa ammissione resta la rete più bella con la maglia del Latina: tunnel ad Amenta e diagonale nell’angolino per il provvisorio 1-1 al 27’ di una sfida che i frentani vinsero grazie a un guizzo di Volpe nel finale. Per ritrovarsi chissà che non gli basti rovistare nello scrigno dei ricordi.