Latina-Bari, non si vive di sola difesa

Al Francioni la sfida tra attacchi che segnano col contagocce. Una stagione fa bastava, adesso non più
09.05.2015 11:00 di Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Latina-Bari, non si vive di sola difesa
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© foto di Federico Gaetano

Ci sono partite che annullano qualsivoglia disquisizione. Meglio pensare a non prenderle o a segnare un gol in più dell’avversario? Ci sono squadre che non se lo domandano, perché alla vocazione ad attaccare hanno preferito una spasmodica ricerca dell’equilibrio, resa alla stregua di un’ossessione. Quando si pensa al Latina di Roberto Breda, la mente corre subito alla solidità difensiva e alla fantasia delle giocate di Jonathas, l’apriscatole delle difese di mezzo campionato, se non del torneo intero. Un marziano in prima linea e tre rocce davanti al portiere fecero le fortune del timoniere veneto che, quando quest’anno si è trovato orfano del Bulldozer brasiliano, si è dimostrato incapace di progettare una soluzione alternativa.

PARADISO - La prima versione cadetta della compagine nerazzurra accarezzò la promozione diretta e raggiunse la post season con appena 44 gol segnati in 42 incontri. Tra le sei antagoniste per un posto al sole, nessuno fece peggio, con Cesena (45), Spezia (46) e Bari (52) che fino allo striscione d’arrivo si erano esaltate poche volte in più. La storia di quel torneo sancì di lì a breve che, escluse le hors catégorie Palermo ed Empoli, corazzate che stanno stupendo anche nella massima serie, il trionfo del vecchio catenaccio all’italiana, sublimato dai bunker emiliani di Bisoli. Latina e Bari, che pure nei quattro faccia a faccia stagionali se le suonarono di santa ragione siglando 2,5 reti (10 in tutto) in media a gara, hanno faticato ad affrancarsi da quel rigido indottrinamento ma, svestiti i panni di sorpresa e rimodellato l’obiettivo, hanno visto quest’anno tornare violentemente indietro il boomerang.

E INFERNO - Le cure di Iuliano e Nicola non sono bastate per estirpare quel germe difensivista che ha tratteggiato la cavalcata che fu, e non forse un caso se tanto i pontini quanto i pugliesi hanno disatteso le enormi aspettative gravanti sulle loro spalle. Mai come nella stagione in corso, infatti, in B vince chi segna. Tra le otto regine della classifica, Frosinone, Spezia e Pescara hanno dimostrato come si possa sognare anche concedendo molto agli avversari, con il solo Avellino a gravitare in orbita play-off con meno di 40 gol all’attivo. Tanti, invece, ne ha realizzati il Bari, con il Latina (35), che solo di recente si è scrollato di dosso la palma di peggior attacco della categoria, lasciandosi alle spalle Ternana e Virtus Entella. Il fortino che fa da contraltare (i pontini hanno incassato sei reti in meno dei rivali) ha permesso di galleggiare, ma non di esaltarsi, risolvendo l’eterna diatriba tra guelfi e ghibellini del pallone. Almeno in ottica futura.