Viviani, addio per 7 milioni di motivi

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Trenta giorni decisivi. Federico Viviani ha usato i suoi profili sui social network per annunciare il motto che li accompagnerà: “Non si molla di un centimetro”, il testo scelto dal capitano nerazzurro per commentare la batosta – più morale che sportiva – incassata domenica scorsa per mano catanese. La convivenza con una caviglia ammaccata è il primo di una lunga serie di esami da superare, con salvezza ed Europeo Under 21 a sostituire la maturità.

SUMMIT  - In mezzo, o forse a margine, è previsto l’incontro tra l’entourage del giocatore e la Roma, il club che ne detiene il cartellino e che la scorsa estate, senza troppi giri di parole, gli ha fatto capire di non puntare più su di lui. Con o senza Garcia, come testimoniato dalle recenti voci che vorrebbero un ritorno a parametro zero di Aquilani, il destino del regista di Grotte di Castro è lontano da Trigoria, lì dove ha mosso i primi passi di una carriera che gli è frettolosamente valsa l’etichetta di erede di Pirlo.

QUA LA ZAMPA - Tre anni di apprendistato in cadetteria, con Padova e Pescara a precedere l’avventura pontina, lo hanno reso pronto al grande salto. Non solo in vista di una trattativa serrata per portare all’ombra del Cupolone l’argentino Paulo Dybala, la dirigenza giallorossa ha già parlato con il Palermo per la sua cessione a titolo definitivo. I siciliani, rassegnati a perdere Barreto (promesso alla Sampdoria) e con Maresca sul viale del tramonto, vogliono affidargli la cabina di regia, e Zamparini sembra perfino disposto a compiere uno sforzo economico per non doversi risedere, dodici mesi più tardi, al tavolo delle trattative.

OUTSIDER - Alla finestra restano anche l’Empoli, con Sarri a caccia di un’alternativa a quel Valdifiori destinato a una big (Napoli e Milan sulle sue tracce), e il Torino, dove Ventura non ha mai fatto segreto di apprezzarne le qualità e sarebbe pronto a chiederlo come contropartita qualora dovessero decollare i negoziati per portare uno tra Bruno Peres e Darmian nella Capitale. Sondaggi insistenti sono arrivati anche da Germania e Inghilterra, con Sabatini che avrebbe fissato in 7 milioni la cifra per accaparrarsene le prestazioni. L’unica certezza è che il Latina, dopo un anno e mezzo di privilegio, non vedrà più Viviani governare il suo centrocampo. A 23 anni, in B, anche la fascia di capitano inizia a stargli stretta. Ma prima c’è una missione da compiere, l’ultima botta di adrenalina da spalmare in trenta, decisivi, giorni.