De Giorgio: "A un certo punto ci siamo lasciati morire. Marzo il mese più duro, è stata un'esperienza difficile e mai vissuta prima"

13.05.2017 18:26 di Marco Ferri   vedi letture
De Giorgio: "A un certo punto ci siamo lasciati morire. Marzo il mese più duro, è stata un'esperienza difficile e mai vissuta prima"
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Autore della doppietta che ha permesso al Latina di riacciuffare il Perugia, Pietro De Giorgio è stato protagonista anche in sala stampa nel dopogara del Francioni. La sua conferenza stampa integrale.

Te ne vai indipendentemente dalla categoria?
È stata un'esperienza difficile. Come si dice? La signora di 90 anni non voleva morire perché non le ha viste tutte. Personalmente è la prima volta che retrocedo, la prima volta che mi ritrovo in una situazione societaria come questa. Non vi nego i problemi economici, quando non percepisci stipendi da tanto tempo. Mi sono messo a disposizione del mister e della squadra, con la città mi sono trovato molto bene. Sono stati quattro mesi molto intensi: gli allenamenti duravano due ore e le chiacchiere altre due. Però mi sono trovato bene, mi dispiace andare via con un fallimento calcistico. Secondo me non meritavamo la retrocessione per le prestazioni fatte, ne parlavo con un altro collega che metteva in risalto la nostra e un Perugia in difficoltà. Qui in difficoltà ho visto anche Spal, Novara e Pro Vercelli, le partite le abbiamo fatte sempre noi. È ovvio che sottoporta ci è mancato qualcosina, l'episodio ci ha girato un po' le spalle e dispiace perché, anche sul campo, avevamo i mezzi per poterci salvare. Sarebbe stato un sogno. Per quanto riguarda la domanda che mi avete fatto, se c'è un progetto, anche in Lega Pro, sono disposto a parlarne. Qui mi sono trovato bene.

Hai tolto il pallone a un compagno in occasione del secondo rigore?
Il rigorista ero io perché non c'era Corvia. Il mister decide prima della partita, sono situazioni un po' particolari perché il risultato diventava importante, quindi non c'era nulla di personale contro Pippo (Bandinelli, ndr). Se avessimo perso 2-1 voi addetti ai lavori avreste letto la prestazione in maniera diversa, quindi era importante secondo me il risultato. C'era questa voglia di fare gol e portare qualcosa a casa. Abbiamo tolto almeno un sorriso ai tifosi, ho visto che hanno riconosciuto e apprezzato la professionalità che c'è stata nello spogliatoio. I ragazzi hanno svolto il mestiere con professionalità fino all'ultimo.

Qual è stato il punto più basso di questa stagione?
Marzo, sia dentro che fuori dal campo. In quel periodo eravamo in balìa delle onde, si era perso un po' tutto. Spesso arrivavi a fare l'allenamento e non parlavi di calcio, stavi sempre là a sperare e a sentire mille voce. Uno diceva che era domenica, l'altro che era lunedì. Eravamo soli, noi con lo staff. Vanno elogiati tutti i magazzinieri e chi lavora per il Latina. A un certo punto ci piangevamo addosso, spalla a spalla. Il mese di marzo è stato molto difficile, a un certo punto si parlava anche di chiudere tutto e andare via prima che entrassero i curatori. È stata un'esperienza un po' difficile.

Neanche l'11 maggio deve essere stato piacevole
A un certo punto ci siamo lasciati morire anche noi. Dite quello che vi pare, quando sarà vedremo.

Ci sono stati anche problemi a livello personale? Giovedì avevate speranza?
C'era comunque la speranza, non ci aspettavamo proprio questa mancata acquisizione. È stato tutto surreale, siamo stati anche abbastanza bravi ad isolarci perché in allenamento, tranne due o tre volte quando sono arrivate le bombe più grosse, siamo riusciti a mantenere l'intensità che ci voleva.

Sul campo hai dimostrato di poter ancora fare la differenza in Serie B
L'ho detto quando sono arrivato, con un altro anno di contratto a Crotone sono venuto qui perché svolgo questo mestiere con passione. Mi mancava far parte di un gruppo, subentrare, giocare e guardare la classifica. Fino a quando hai questa voglia, secondo me, dipende dagli stimoli e non dalla fisicità. Dopo un mese ho ripreso la gamba e le cose sono andate in crescendo.

La condizione è arrivata per tutti adesso...
C'è stato quel periodo di conoscenza coi nuovi, bisognava anche dare un'impronta alla squadra. Mi sento di dire, con tutta franchezza, che se questa squadra riparte così a luglio, la dice lunga.