SALA STAMPA - Pascucci: "Nessun rimpianto, abbiamo dato tutto. Futuro? Deciderà la società"

13.05.2018 18:30 di Matteo Ferri   vedi letture
SALA STAMPA - Pascucci: "Nessun rimpianto, abbiamo dato tutto. Futuro? Deciderà la società"
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La conferenza stampa del tecnico del Latina, Carlo Pascucci, al termine della gara valida per il primo turno dei playoff di Serie D contro l'Albalonga raccolta da Tuttolatina.com nella zona mista dello stadio Pio XII.

Una partita a dover sempre rincorrere e che per poco non ha avete allungato fino ai tempi supplementari
Abbiamo preso due gol molto casuali, però ci abbiamo messo tutto quello che avevamo. Credo che, soprattutto nel secondo tempo, abbiamo fatto un'ottima gara e che avevamo ancora da correre. Peccato per l'episodio che non è andato molto verso di noi, ovvero il rigore che abbiamo sbagliato. Sono cose che succedono, sono molto fiero di quello che hanno dato i ragazzi e non abbiamo nulla da rimproverarci. Meritavamo qualcosina in più, peccato.

Nel primo tempo l'Albalonga vi ha sorpreso agendo di rimessa
Ha giocato con un mediano in più perché ha messo Proia sul nostro mediano basso (Catinali, ndr). Stavamo cercando di fare la partita e, girando palla, trovavamo sempre un esterno libero. Credo che l'Albalonga riusciva a metterci in difficoltà con un lancio lungo perché era quella la giocata che provavano, con Nohman a far salire la squadra. Lui riusciva ad appoggiare e creava qualche problemino, ma nell'arco di tutta la partita i rischi che abbiamo corso sono stati pochi. Abbiamo subito gol in maniera sfortunata, soprattutto il secondo, che ci hanno compromesso la prestazione.

I due cambi a centrocampo significano che c'era qualcosa da rivedere: cosa non le è piaciuto?
Io non devo rivedere niente. Era soltanto per dare un cambio, avevamo diversi giocatori ammoniti e non dovevamo rischiare di rimanere in 10. Poi ci siamo rimasti lo stesso, ma per un altro episodio. Non c'era qualcosa da rivedere, ma soltanto da dare un qualcosa in più dal punto di vista delle giocate e della corsa.

Vi rivedrete in settimana con quali idee sul tavolo? Da cosa si riparte?
Dalla mia soddisfazione di aver allenato il Latina e questo gruppo. Le altre decisioni spettano alla società, vediamo cosa decide per il futuro.

Il suo bilancio della stagione
Nessun rimpianto. L'ho detto in altre occasioni precedenti: la squadra è cresciuta e sono cresciuti i singoli. Forse abbiamo raccolto meno di quello che potevamo raccogliere, ma sono soddisfatto di quello che la squadra mi ha dato. Al di là della disponibilità dei ragazzi anche dalla società, dallo staff medico, dai magazzinieri, tutti sono stati carini e vicini. Abbiamo lavorato molto bene, da parte mia c'è l'augurio che possa proseguire questo progetto. La parola spetta alla società.

C'erano tutte quelle simulazioni?
A mio avviso il primo reclamato per la spinta su Cossentino era rigore. Il fallo di mano non c'era e su Atiagli era di nuovo rigore.

Come mai Catinali subito?
Perché inizialmente avevamo bisogno di un po' più di aggressività in mezzo al campo. Ho preferito lui perché ci poteva dare questo. Dopo la partita si è compromessa e abbiamo cambiato per dare più qualità.

Un pronostico per la finale Albalonga-Trastevere?
È una bella partita, il Trastevere non è una sorpresa. Noi alla vigilia lo aspettavamo, avevamo detto che se deve essere finale ce la saremmo giocata lì. Alla lunga l'Albalonga ha qualcosa in più soprattutto a livello di esperienza.

Più il rammarico per un primo tempo approcciato male o per il rigore sbagliato?
Abbiamo approcciato bene, abbiamo sempre davanti la squadra arrivata seconda in classifica. Era una partita da fare con molta intelligenza e abbiamo rischiato poco. Il rigore non lo sbaglierà mai chi non lo tira. Se la sentiva Andrea, ha calciato e ha sbagliato soprattutto sulla respinta. Sono episodi che succedono, non c'è assolutamente niente da dire a lui.

La gerarchia dei rigoristi è stata decisa in corso d'opera?
Inizialmente la gerarchia era che se c'era all'inizio doveva calciarlo Cittadino. Nel secondo tempo c'era anche Rubén, però se l'è sentita Andrea. Pazienza, è andata così.