Boakye, l'uomo delle prime volte

28.01.2016 11:50 di Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Boakye, l'uomo delle prime volte

Se i 52 anni di Mario Somma, a detta del diretto interessato, possono rappresentare l’età giusta per diventare profeta in patria, i 23 di Richmond Boakye valgon bene una consacrazione. L’attaccante ghanese soffierà sulle candeline oggi, 24 ore dopo aver messo nero su bianco l’accordo che lo ha reso il giocatore più pagato della storia del Latina. Un’investitura pesante per il ragazzo di Accra, che il peso della responsabilità ha iniziato a sostenerlo una volta lasciata la terra madre.

FULMINE NERO – Col poster di Samuel Eto’o in camera e una valigia piena di sogni, Richmond si è trasferito in Italia nel 2008, cinque anni dopo aver tirato i primi calci a un pallone, in patria, nelle fila del Bechem United. Passato per il Dc United, compagine nella quale ha militato assieme al suo grande amico Acquah (un anno più grande di lui e oggi in forza al Torino), fu il Genoa a scoprirlo durante il torneo “Giulietta e Romeo” e a prenotarne il futuro. In rossoblu conquista un soprannome, quello di “Fulmine Nero”, e diversi titoli con la Primavera di Chiappino, su tutti lo Scudetto 2010 – da subentrante -, al culmine di una tiratissima finale con l’Empoli. Accanto a lui, nella sera maceratese dell’8 giugno, il portiere pontino Perin e prospetti del calibro di El Shaarawy, Cofie, Ragusa e Gucher. Tra gli avversari (oltre a Saponara, Tonelli, Fabbrini e Brugman), una vecchia e un’attuale conoscenza nerazzurra: Shekiladze e Dumitru. Ad incorniciare primi successi nel settore giovanile, con un triplete arricchito da Coppa Italia e Supercoppa di categoria, arriva l’esordio in serie A, datato 3 aprile 2010.

LE PRIME VOLTE - Boakye, subentrato dopo 12 minuti all’infortunato Suazo, ne impiega 38 per far capire di quale pasta sia fatto e per inaugurare un fil rouge che ne tratteggerà l’intera carriera. Con un destro secco infila Rubinho diventando il terzo marcatore più giovane nella storia del massimo campionato. Segnare al debutto diventa la sua prerogativa. Ci riuscirà ancora un anno più tardi a Sassuolo quando, fortemente voluto da Pea e alla prima esperienza in B, si presenterà a patron Squinzi bucando la Juve Stabia in Coppa Italia (prima uscita ufficiale) e la Nocerina nell’ouverture del torneo. 77 chilogrammi distribuiti su 186 centimetri di statura, la freccia nera rifugge anche tra i grandi l’etichetta di “panzer”, evidenziando soprattutto una straordinaria rapidità che gli permette di giocare indistintamente da prima o seconda punta e gli vale le attenzioni della Juventus che, da sempre particolarmente sensibile ai baby prodigi della cadetteria, ne acquisisce la metà del cartellino al culmine della prima stagione emiliana, conclusa in doppia cifra. Parcheggiato ancora in neroverde, e passato dalle mani di Pea a quelle di Di Francesco, nel secondo anno di B sfonda ancora la doppia cifra (11 reti in 32 gare), contribuendo alla storica ascesa in A pur peggiorando la propria media realizzativa nel girone di ritorno, in concomitanza con l’esplosione di un giovanissimo Berardi.

GALACTICOS – Rinnovata la comproprietà tra la Vecchia Signora (che si oppone alla cessione all’Arsenal) e il Genoa, Boakye prosegue il percorso formativo nell’Erasmus della Liga spagnola, rimpolpando i ranghi della matricola Elche. “Richie” sa bene come presentarsi ai suoi nuovi tifosi e impiega 31 minuti per esultare, siglando da subentrante al 95’ il gol del pareggio sul campo dell’Almeria. Dell’avventura iberica rimarrà però impresso il primo davanti al pubblico del “Martinez Valero”, siglato al 91’ contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti con un perfetto colpo di testa in anticipo su Sergio Ramos che non lasciò scampo a Diego Lopez. Cinque minuti dopo, nel sesto minuto di recupero, solo un rigore trasformato da Cristiano Ronaldo gli guastò leggermente la “fiesta”. La stagione si chiuderà con il centro al Siviglia da subentrante, settimo e ultimo tra Liga e Copa del Rey.

SCOMMESSA – L’ultimo anno e mezzo è avaro di soddisfazioni. La speranza di sfondare in bianconero si scontra col niet di Allegri, che lo destina alla Dea. Con gli orobici, nelle parentesi Colantuono e Reja, viene schierato solo otto volte da titolare e timbra il cartellino tre, due delle quali da subentrante. Un rendimento che, oltre al riscatto definitivo del club bergamasco, gli vale le attenzioni del Pescara in B, con la trattativa per volare in Olanda che decolla sui titoli di coda del mercato estivo. Qualche incomprensione con Kalezic e la saudade di quel paese scoperto a 15 anni, gli impediscono di esprimersi come dovrebbe. Torna in Lombardia con un bottino di poco superiore ai 600 minuti (10 presenze, 7 da titolare) senza gol. Quello che ora, senza pretendere da lui che diventi immediatamente il salvatore della patria, cerca al debutto, nel giorno che sancirà (potere dei contratti moderni) il suo approdo a titolo definitivo al Latina. Dopo aver brindato all’incoscienza dei suoi 23 anni, chissà che non sia lui a proporre la specialità della casa.