E alla fine esplode la festa

21.05.2016 22:10 di  Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
E alla fine esplode la festa

"E tanto già lo so, che l'anno prossimo, gioco di sabato". Quelli del Bar Massimo, XVIII Dicembre 1932, Gradinata Nerazzurra, Curva Nord più tanti altri. Anche se non tutti, considerati i tempi ristretti e le modalità stringenti imposte dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni sportive, i tifosi del Latina non hanno voluto disertare la trasferta di Pescara, iniziata alle ore 14.45 con l'appuntamento davanti al "Francioni" e conclusasi a notte fonda ma con il verdetto più dolce in tasca. Anzi, così come avvenuto nei precedenti venti viaggi stagionali, seppur in numero ridotto, hanno accompagnato i ventidue di Gautieri anche negli ultimi novanta minuti con fiducia e ottimismo alla ricerca dell'obiettivo salvezza. E alla fine sono stati ripagati, nonostante qualche imprevisto in autostrada e il guasto di uno dei pullman alle porte della città che ha costretto una parte di essi ad un accesso ritardato. 

I 277 chilometri di distanza fra i due capoluoghi di provincia sono scivolati via fra calcoli, ipotesi, sospetti e previsioni fino all'ingresso allo stadio "Adriatico". La concentrazione torna alta al momento del riscaldamento della squadra, momento buono per estrarre in bella mostra sciarpe, striscioni e vessilli nerazzurri. Cenni d'intesa con i calciatori, sguardi d'assenso e cori convinti per i venti, lunghi, minuti propedeutici alla partita. Poi solo passione. E speranza. Gli occhi fissi sul manto erboso dell'impianto pescarese che accarezza il mare, le orecchie tese alle radioline per ricevere segnali incoraggianti dagli altri campi: Vercelli, Livorno, Salerno, Novara ma soprattutto Bari. 

La Curva del Pescara accoglie i "colleghi" con un eloquente striscione: "Da due anni padroni di Latina, per venire a Pescara vi regaliamo una cartina?". Da lì in avanti ognuno riprende a tifare per la propria squadra, ad eccezion di qualche consueto coro di scherno diretto ai cugini del Frosinone. Al tramonto della prima frazione Lapadula fredda lo spicchio dei tifosi pontini, di nuovo in estasi quando Dumitru, all'alba del secondo tempo, rompe gli indugi e con il piattone del destro spedisce in fondo al sacco dopo il velo di Paponi. Scaglia bissa la traversa di Bruscagin e strozza in gola l'urlo dei supporter nerazzurri ma poco importa. Gli ultimi secondi non passano mai. Si cerca conforto su internet e alla radio, ma non serve. L'1-1 resiste. Il Latina conserva il patrimonio inestimabile della serie B. Ed è solo merito suo. Oltre che dei tifosi.