Il Latina scatta in testa nel lungo sprint salvezza

09.04.2016 10:00 di  Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Il Latina scatta in testa nel lungo sprint salvezza
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© foto di Federico Gaetano

Chiuso a doppia mandata al vertice, apertissimo nella zona calda. La serie B conferma anche in questa stagione il suo alone di incertezza e, mentre si appresta a festeggiare la storica promozione in  A del Crotone e il subitaneo ritorno del Cagliari, riserva il suo veleno alla coda. Se la Ternana sembra essersi tirata definitivamente fuori grazie alla mini striscia positiva di quattro gare (due successi e due pareggi) e il Como – per distanza dal penultimo posto e ruolino di marcia che l’ha caratterizzata per 34 giornate -, difficilmente riuscirà a scalare posizioni con il colpo di reni, sono otto le squadre racchiuse in sette punti a giocarsi la sopravvivenza nella categoria. Due di loro la saluteranno per direttissima, altre due daranno vita a uno spareggio che sancirà l’ultimo commiato. Tra queste c’è anche il Latina che, grazie al 3-0 rifilato all’Avellino, è diventato il vagone di testa del trenino.

CLASSIFICA – Tre sono raggruppate a 39 punti: insieme ai nerazzurri figurano l’Ascoli, rilanciato dal successo di Perugia, e il Lanciano, la migliore nel girone di ritorno e dopo la separazione da D’Aversa e dal blocco storico. A stretto giro di posta troviamo Pro Vercelli (38), Vicenza (37) e Modena (36), mentre Livorno (33) e Salernitana (32) precipiterebbero insieme ai lariani qualora la stagione si concludesse oggi. Una curiosità: tutte queste formazioni hanno cambiato (almeno un) allenatore sconfessando le scelte iniziali. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati i veneti (da Marino a Lerda) e gli emiliani, che hanno salutato Crespo in favore di un altro ex laziale, Bergodi.

TREND – A trainare le fab four del girone di ritorno sono i frentani (20 punti), seguiti da Latina (17, con oltre la metà raccolti nel solo mese di gennaio), Ascoli e Vicenza (entrambe a 16). Il rendimento peggiore dopo il giro di boa appartiene al Livorno (10), con Salernitana e Modena (12) che non hanno fatto troppo meglio. Analizzando soltanto le ultime otto giornate, ovvero le stesse che separano dall’epilogo del prossimo 20 maggio, viene confermato l’impasse dei labronici (3 punti e un altro cambio tecnico, con l’arrivo di Colomba) ma suona il campanello d’allarme anche per i nerazzurri, che con 7 lunghezze racimolate hanno perso terreno nei confronti di tutte le altre. Sul filo del rasoio faranno la differenza le poche energie rimaste a disposizione e il serbatoio dal quale pescarle.  In tal senso le più attrezzate paiono le compagini di Gautieri e Lerda, mentre Menichini ha gli attaccanti più prolifici e Bergodi è accreditato della retroguardia meno perforata (39, retaggio dell’esperienza del predecessore) ma anche della prima linea più stitica, con appena 29 centri.

SCONTRI DIRETTI – Le formazioni collocate tra il quattordicesimo e il penultimo posto si affronteranno ancora 12 volte. Si inizia sabato con Salernitana-Latina e si finisce con Livorno-Lanciano all’ultima giornata. Il maggior numero di faccia a faccia spetta proprio ai granata di Menichini, che se la vedranno con sei delle avversarie dirette e ne ospiterà ben cinque all’Arechi. Chiamata a sfidare sette squadre che la precedono il Modena, mentre il Gaucho si salverà matematicamente valorizzando il fattore campo. Dal Francioni passano ancora 12 punti, ma per stappare lo spumante ne potrebbe bastare qualcuno in meno.

IL BORSINO DELLA VOLATA SALVEZZA

LATINA (39 punti)
PERCHÈ SI’ –
La vittoria con l’Avellino ha permesso di rivedere la luce in fondo al tunnel e la media punti del primo mese di Gautieri (1,25) conduce dritti a quella quota 49 che permetterebbe di mantenere la categoria. Il Gaucho sta riconsegnando alla rosa, i cui valori tecnici valgono la metà sinistra della classifica, uno stato di forma accettabile e non deve far fronte a problemi di natura fisica. Due su quattro gli scontri diretti da disputare in casa.

PERCHÈ NO – I limiti più marcati sono quelli di natura caratteriale, veri artefici del black out dei due mesi precedenti, sebbene accompagnati da una condizione atletica che nelle precedenti gestioni tecniche non è mai cresciuta. Se dovesse mantenere il trend delle ultime otto gare (7 punti), sarebbe difficile sperare di sottrarsi agli spareggi. Raramente una società che ha cambiato quattro allenatori ha raggiunto in scioltezza il suo obiettivo.

ASCOLI (39 punti)
PERCHÈ SI’ –
La sosta invernale ha permesso a Mangia di aggiustare un team che fino a metà campionato viaggiava sulle montagne russe e che aveva in alcuni tasselli (a partire dal talentuoso Bellomo) delle potenziali bombe ad orologeria nello spogliatoio. Per evitare di soffrire più del dovuto basterà mantenere lo stesso passo di gara che ha contraddistinto il girone di ritorno.

PERCHÈ NO – La coperta è corta soprattutto a centrocampo e in difesa e il calendario metterà di fronte ancora cinque tra le prime otto della classifica. Un passo falso casalingo in uno dei due scontri diretti (Salernitana e Livorno) può risultare fatale e abbattere il margine di errore. Negli appuntamenti decisivi Mangia ha dimostrato, già in passato, di soffrire del braccino.

VIRTUS LANCIANO (39 punti)
PERCHÈ SI’ –
Al netto della recentissima flessione la cura Maragliulo ha sortito effetti miracolosi, restituendo vita a una squadra che fotografava perfettamente il marasma societario. Salutata la vecchia guardia, dai giovani sono arrivate energie ed incoscienza che possono fare la differenza. Nel girone di ritorno i frentani viaggiano a una media da play-off.

PERCHÈ NO – Il rischio più grande è quello di presentarsi scarichi, dopo una lunga rincorsa, sul rettilineo finale. A ciò si aggiungono anche lo spettro incombente di nuove penalizzazioni e un calendario che non lascia dormire sonni tranquilli. Entrambi i confronti con rivali dirette (Latina e Livorno) sono infatti in programma in trasferta, dove i rossoneri vantano il secondo peggior ruolino.

PRO VERCELLI (38 punti)
PERCHÈ SI’ –
Il momento di crisi vera, giunto a cavallo della sosta, sembra un lontano ricordo. I sabaudi hanno dalla loro conoscenza della materia, mutuata dall’esperienza della scorsa stagione, serenità ambientale e un tecnico avvezzo alla missione, quel Foscarini che solo nella passata stagione a Cittadella ha fallito il rush finale.

PERCHÈ NO – Manca un giocatore che sappia tirare fuori le castagne dal fuoco e Marchi ha segnato molto (troppo) meno di un anno fa. I pochi talenti a disposizione (Castiglia, Rossi e Malonga) faticano a caricarsi i compagni sulle spalle e gli ultimi sei appuntamenti sono da bollino rosso. Per alimentare le speranze sarà fondamentale raccogliere punti nei prossimi 180’ con Como e Salernitana.

VICENZA (37 punti)
PERCHÈ SI’ –
Vale, in piccolo, il ragionamento fatto per il Latina. La rosa è stata allestita per puntare ad altri traguardi e ha requisiti tecnici superiori alla media. Con Lerda, oltre che nei risultati, sembra essere giunta anche la scossa caratteriale. Si giocherà le proprie carte in trasferta (Salerno e Latina) dove, tra le squadre di bassa classifica, ha fatto meglio di tutte con 5 vittorie e 19 punti.

PERCHÈ NO – Il contraltare è il rendimento interno. Al “Menti”, fortino inespugnabile nel campionato 2014/2015, i biancorossi hanno vinto appena tre volte e fatto meglio del solo Como. Dopo le voci di mercato invernali, inoltre, si è inceppato Raicevic, tornato a segnare domenica dopo 10 turni di digiuno. Basterà l’incostante Ebagua a mascherarne la flessione?

MODENA (36 punti)
PERCHÈ SI’ – Per storia e trascorsi recenti è quella del lotto più avvezza alla battaglia gomito a gomito. Salutato l’inesperto Crespo, si è affidato a un tecnico (Bergodi) dal curriculum rassicurante e che ha all’esordio ha arginato la burrasca. In casa (30 punti sui 36 che caratterizzano la sua classifica) è uno schiacciasassi.

PERCHÈ NO – La misura della pazienza dei tifosi è colma da tempo e l’ambiente è una polveriera. La rosa presenta evidenti limiti strutturali, in trasferta è la peggiore dell’intera B e Granoche non è quello della passata stagione. Nei 720’ restanti affronterà ben sei compagini in corsa per i play-off e difficilmente potrà sperare nella rilassatezza di qualcuna di queste.

LIVORNO (33 punti)
PERCHÈ SI’ –
Alimentare l’ottimismo è decisamente complicato. Neanche l’esperto Colomba sembra poter mettere mano con efficacia su una formazione piombata in uno stato di depressione cronica. Può aiutare il calore dell’”Ardenza”, a patto di mettere da parte i contrasti che hanno contribuito allo sprofondo degli ultimi 24 mesi.

PERCHÈ NO – Perché dopo quattro giornate era in testa a punteggio pieno e da allora è passata per altre tre conduzioni tecniche. Perché nel 2016 (10 punti) ha fatto peggio di tutte, per un calendario non certo benevolo e per la mancanza di serenità ambientale e di trascinatori in squadra. Più che una svolta servirebbe un vero e proprio miracolo.

SALERNITANA (32 punti)
PERCHÈ SI’ –
Ha ancora il destino nelle proprie mani. Fino al traguardo sono sette i duelli con le concorrenti della metà destra della classifica e un filotto può salvarla senza dipendere dalle altre. Cinque di questi (Latina, Vicenza, Livorno, Modena e Como) li disputerà nel suo stadio. La garanzia è nei bomber: Coda e Donnarumma hanno timbrato il cartellino 21 volte in due e rappresentano la coppia più prolifica della zona rossa.

PERCHÈ NO – Né Torrente né Menichini hanno saputo collocare i granata in una posizione tranquilla per almeno 90 minuti. Cartina di tornasole sono le troppe espulsioni (17 in stagione) che hanno impedito di consolidare un blocco titolare. La difesa è l’anello debole della catena, con 53 reti incassate che la rendono la peggiore della categoria.