Le due versioni nerazzurre ai raggi X

L’analisi delle due stagioni cadette del Latina
30.05.2015 17:00 di Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Le due versioni nerazzurre ai raggi X
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© foto di Federico Gaetano

Un confronto totale e, per certi versi, impietoso. Se vivere di ricordi non aiuta a migliorarsi, mettere a paragone le prime due versioni cadette del Latina può contribuire a porre le basi per una nuova partenza. Entrato in punta di piedi nel salotto buono, il club di Piazzale Prampolini ha provato ad accomodarsi a capotavola per la seconda portata, ma ne è stato brutalmente respinto. Un’esperienza che ha sconsigliato, come emerso dalle dichiarazioni di fine stagione dei co-presidenti Cavicchi e Maietta, la reiterazione dei propositi bellicosi, a vantaggio di una strategia comunicativa soft che ben si sposa con il rendimento deficitario che ha tratteggiato il campionato appena concluso, con una categoria salvata per il rotto della cuffia grazie all’exploit di Iuliano.

RENDIMENTO COLLETTIVO - La scienza dei numeri, applicata al calcio, rivela la propria infallibilità. Il segno meno contraddistingue qualunque voce chiamata in causa nel confronto, precedendo le statistiche e generando conclusioni scontate. Se il Latina formato 2014/2015 ha mandato in archivio la stagione regolare in ritardo di dieci posizioni (13° contro 3°), lo deve alle sete vittorie in meno e alle quattro sconfitte in più. Ad aumentare sono stati i pareggi (17 a 14), un dettaglio che è conseguenza diretta della scelta di affidarsi a Iuliano, testimonial di una mentalità tutt’altro che sparagnina e lontana anni luce da quella impressa da Roberto Breda, che oltre a rappresentare il termine di paragone è stato colui che, in corso d’opera, gli ha ceduto il testimone. A fare davvero la differenza, tuttavia, è stato il rendimento lontano dal Francioni. Se Jonathas e compagni hanno saputo conquistare solo quattro punti in più (35 a 31) rispetto al gruppo di quest’anno, che davanti al pubblico di casa ha perso lo stesso numero di volte (6), in trasferta la forbice si allarga fino a quattordici (e otto marcature) in meno, con i primi sei mesi di campionato altamente deficitari e il primo blitz giunto arrivato, a Terni, solo a fine febbraio. In territorio nemico, pertanto, è maturato il vero divario tra le due cavalcate, non a caso il passo di gara della monoposto guidata da Breda fu il quarto assoluto in un torneo arricchito dalla presenza di Empoli e Palermo, capaci ora di salvarsi senza affanni nella massima serie, mentre Valiani e compagni hanno chiuso complessivamente in sedicesima piazza nella graduatoria relativa alle sole gare esterne.

SINGOLI - La traduzione è elementare. Il Latina ha evidenziato un deficit caratteriale quando non ha goduto della “protezione” dei propri tifosi, dove pure è chiamato a migliorare lo score delle prime due stagioni cadette, che hanno visto i nerazzurri collocarsi mediamente a metà classifica e perdere il 28% (12 su 42) degli incontri disputati. Il mal di viaggio è da imputare inevitabilmente ai singoli, con la rosa allestita la scorsa estate che ha palesato limiti di personalità difficilmente preventivabili. Beretta, Breda e Iuliano, i tre dottori chiamati a restituire vita a un paziente vittima di frequenti manie suicide, hanno faticato a rintracciare un vero e proprio “uomo forte” cui affidarsi, con il coach cosentino che, stringendogli la fascia di capitano intorno al braccio ed elevandone le responsabilità, ha saputo trovarla nella figura di Federico Viviani. Un anno prima, invece, Iacobucci aveva spiccato per presenze (sempre in campo, sebbene Di Gennaro abbia dimostrato un valore assoluto decisamente più elevato) e Jonathas, leader supremo per goal, assist e carisma, aveva assunto senza finirne schiacciato il ruolo di salvatore della patria. Tutte piccole certezze venute a mancare da agosto a maggio, quando gli infortuni degli elementi migliori (proprio Di Gennaro e Viviani) e l’indole pigra di alcune pedine ritenute cruciali, ha protratto oltre la naturale scadenza un parto lungo e soffertissimo. Punti fermi, certezze e carattere. La vere differenze tra le prime due gestioni rappresentano il punto da cui ripartire. Possibilmente senza esitazioni.