Scaglia, operazione rilancio

18.10.2016 17:43 di Marco Ferri   vedi letture
Scaglia, operazione rilancio
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© foto di Federico Gaetano

Può un Latina con tanti punti interrogativi permettersi di rinunciare alle poche certezze di cui dispone? È la domanda che va posta a Vincenzo Vivarini, la cui lungimirante gestione della rosa – apprezzabile nell’ottica della tutela del rendimento dei più giovani, al primo impatto nella categoria -, rischia di inibire il potenziale della squadra. La sconfitta di Carpi è stata accompagnata da un dato evidente e preoccupante, quello relativo all’inconsistenza offensiva di una compagine arrivata al tiro la miseria di tre volte.
Nell’impossibilità di rintracciare una scienza esatta per incrementare la statistica, al tecnico di Ari si staglia davanti la più comoda delle strade da percorrere, quella che batte sull’utilizzo dei giocatori migliori nelle posizioni loro congeniali. Se Brosco e Dellafiore devono necessariamente comporre la cerniera difensiva e se davanti le scelte sono ridotte ai minimi termini, appare inspiegabile la rinuncia ai servizi di Acosty e Scaglia nelle collocazioni in cui maggiormente possono risultare efficaci.
A far rumore c’è soprattutto la reiterata esclusione di quest’ultimo, a conti fatti l’uomo intorno al quale sono ruotate le fortune nella scorsa stagione, avendo messo lo zampino in ben 14 (5 reti e 9 assist) delle 44 marcature di squadra, pari al 32%. Un patrimonio da preservare che invece, nelle prime nove giornate, è stato pressoché disperso e non solo per colpa del diretto interessato, che ci ha messo del suo con la sciocca espulsione rimediata a Novara per proteste e con le due giornate di purgatorio inflitte in seguito dalla giustizia sportiva. Se il suo reintegro nell’undici titolare poteva apparire fuori discussione una volta scontata la pena, Vivarini ha optato per una dose aggiuntiva di riposo che mal si concilia con le esigenze di una compagine alla disperata ricerca di qualità ed esperienza. Proprio la mancanza della prima prerogativa è parsa evidente in quel del “Cabassi”, dove il Latina ha riscontrato enormi difficoltà nel portare suggerimenti ai suoi attaccanti e dove gli unici – pur blandi -, pericoli alla porta di Colombi sono giunti come conseguenza degli ingressi del jolly di Chiari – rimasto in panchina per la seconda gara di fila (cinque in tutto, quattro nella gestione Somma e una con Chiappini, furono quelle del campionato 2015/2016) e di D’Urso.
Costretto spesso fuori posizione, dopo aver offerto il meglio di sé da esterno destro a piede invertito in una posizione nella quale può stringere il campo ed illuminare la scena con quel mancino ben educato di cui dispone, Scaglia si è barcamenato con altalenanti risultati sia da quinto (a destra o sinistra) che da mezzala (a destra contro il Benevento) esprimendosi troppo lontano dalla porta e dai livelli che gli appartengono, come testimoniato dall’assenza di gol e suggerimenti vincenti (un anno fa, allo stesso intermedio, erano già stati rispettivamente uno e quattro) in favore dei compagni: “E’ un elemento importantissimo per noi – ha sottolineato Vivarini alla vigilia dell’ultima trasferta -, di qualità nella fase offensiva. Se quelli che giocano fanno bene bisogna che aspetti il suo momento per riprendersi in mano la squadra”. Ora che la discriminante è venuta meno, sta al tecnico restituirgli un ruolo da protagonista. Per il bene del Latina.

LA STAGIONE DI SCAGLIA IN CIFRE
Presenze: 7
Da titolare: 5
Minuti in campo: 457
Cartellini gialli: 1
Cartellini rossi: 1
Reti: -
Assist: -
Media punti: 0,86

LA PRIMA STAGIONE DI SCAGLIA IN NERAZZURRO
Presenze: 39
Da titolare: 34
Minuti in campo: 2961
Cartellini gialli: 8
Reti: 5
Assist: 9
Media punti: 1,15