Somma: "Questa squadra regalerà soddisfazioni. Mercato? Ho tanti giocatori forti"

26.11.2015 19:00 di  Marco Ferri   vedi letture
Somma: "Questa squadra regalerà soddisfazioni. Mercato? Ho tanti giocatori forti"
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© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com

La conferenza stampa integrale di Mario Somma nell'antivigilia di Virtus Lanciano-Latina

Finora la squadra ha prodotto un bel calcio ma ha raccolto pochi punti
A giocare bene ci vuole poco, vincere è difficile. Basta avere dei giocatori bravi e la predisposizione, e il bel gioco arriva. Vincere è un altro discorso, è fatto di un episodio, una sfumatura e una piccola causa, una cosa banale che compromette tutti gli sforzi fatti nell’arco dei novanta minuti. Non devi lavorare sotto l’aspetto tecnico, tattico o fisico, ma anche sotto quello della tenuta nervosa, perché basta abbassare la guardia che inevitabilmente si va in difficoltà. Ritengo questa categoria la più difficile in assoluto in Europa, perché giochi dalle 42 alle 47 partite, perché ci sono le liste, undici mesi e quattro stagioni che aumentano la durata del  torneo. Il 70-80% delle partite le giochi fuori forma, perché non puoi avere troppi picchi. A pagare in assoluto sono attenzione e concentrazione, bisogna lavorare su queste perché un conto è giocare per non retrocedere, uno giocare per fare un buon campionato e l’altro per vincere. Se giochi per vincere deve essere sempre tutto al top. La società, io, lo staff e tutto il mondo legato al Latina Calcio, abbiamo voglia di vincere. Faremo di tutto affinché si crei questa mentalità a 360°, per far sì che questi errori non ci siano.

Con la Salernitana è stata punita la sostituzione tardiva di un Moretti che era in difficoltà fisica
Sapevamo che non stesse bene da almeno dieci minuti, perché aveva comunicato alla panchina che sentiva qualche problema. La comunicazione tra tutte le componenti è continua e costante, non c’è scollegamento tra nessuna delle parti. A seconda di quello che si verifica durante la partita, ci sono delle soluzioni da prendere a tutti i livelli, ma è un discorso ampio e profondo. La squadra si era abbassata a prescindere da questo aspetto, se fino a quel momento non si rischiava nulla su un campo bagnato e veloce, con quattro centrocampisti centrali ammoniti, contro esterni forti sull’uno contro uno, sarebbe bastata una semplice entrata sbagliata per andare fuori. I nostri due mediani dovevano portare raddoppi centrali, avevamo un grande equilibrio e non stavamo rischiando. Moretti non doveva ripartire, ma semplicemente tenere la posizione. In quel momento avevamo due soluzioni: o mettere Mbaye, giocatore con un’energia in quel momento superiore rispetto a quanta ne richiedesse la partita, col rischio di un’entrata fuori tempo o di uno squilibrio tattico col buco centrale. Questi ragionamenti, se fatti al 70’, ci stanno, se li fai al 90’ non devi toccare niente. Guardo Moretti, che mi dà garanzie ed anche se zoppica va bene lì. Schiattarella e Scaglia erano alla prima partita, con Marchionni ed Olivera fuori abbiamo cambiato nuovamente equilibri. Ho preferito non fare il cambio, quando mi rendo conto che possiamo guadagnare tempo e spezzare il loro ritmo, scaturisce l’azione del pareggio. Ammari sarebbe andato centrale, Acosty a sinistra e Baldanzeddu alto, avrebbe dato supporto in quella zona mantenendo i centrali nella stessa identica posizione precedente. La causalità ha voluto questo, ma la lettura era fatta in questi termini, altrimenti avremmo cambiato ruolo per ruolo. Mbaye, in quel momento, non mi dava certezze. L’altra soluzione era quella di inserire un quinto centrale, Esposito, ma mettere lui avrebbe significato mettere tre centrocampisti, cambiando il sistema di pressione. Ho scelto Baldanzeddu, la tempistica mi ha dato torto. Non c’è stata un’improvvisazione, ho ricevuto delle domande sul 4-2-4 della Salernitana non ci ha creato problemi, ma anzi di andare al raddoppio e di sbagliare quattro volte la palla per chiudere la partita. Questa grande difficoltà è solo sotto il profilo del risultato, sotto quella della prestazione firmo tutta la vita per costruire 10 e subire 1, perché ritengo una palla gol solo quella di Gabionetta nel primo tempo.

Lanciano penultimo in classifica e che non vince da due mesi. Che partita si aspetta?
E’ una squadra molto viva, tonica, che dal punto di vista fisico sta benissimo e mantiene per novanta minuti l’intensità. Dal punto di vista tecnico è una squadra che gioca quasi sempre con il 4-3-3, molto spesso con i due esterni d’attacco con i piedi invertiti, quindi Piccolo che è un mancino a destra e – nell’ultima partita -, Zé Eduardo sulla corsia opposta, con Padovan che è una classica prima punta al centro. Cambiano costantemente soprattutto i tre davanti, ritengo che possano mettere in grande difficoltà in virtù del ritmo che possono avere e dell’ottima organizzazione di gioco. Lasciano poco spazio e ripartono con velocità. Ho grande stima, rispetto e affetto nei confronti del loro allenatore, Roberto D’Aversa, che è stato un mio giocatore in due circostanze, ne giudico quello che è il lavoro sul campo. Partire dalla B non è facile, ha tenuto il colpo benissimo dimostrando di avere grandi idee e capacità. Sono convinto che diventerà uno dei più importanti tra gli allenatori della sua generazione, è un ragazzo completo che ha tutto ciò che serve per fare strada in questo mestiere.

Sarà una partita difficile
Molto difficile, però aperta perché mette a confronto due squadre che sono ancora alla ricerca di quella che può essere la loro identità precisa. Solo tramite la prestazione e, soprattutto, il risultato, questa identità si potrà sviluppare di più. Sarà una partita spettacolare per chi potrà vederla.

Che problemi ci sono per questa trasferta?
Nessuno. Abbiamo fatto gli allenamenti con 27 elementi sia martedì che mercoledì. Purtroppo qualcuno ha dovuto fare solo uno spezzone della partitella perché eravamo veramente in tanti. Abbiamo la rosa al completo, eccetto Bandinelli, Di Gennaro e Marchionni. Bandinelli e Marchionni saranno a disposizione già dalla ripresa, Di Gennaro è quello che è e ci vuole il tempo che ci vuole.

Un giudizio sui portieri in prova
Hanno tutti caratteristiche diverse, ma sono tutti portieri importanti e sono convinto che tra di loro ne uscirà uno che potrà fare al caso nostro.

Avete già idee per il prossimo mercato?
E’ una prerogativa che ho sempre avuto da quando faccio questo lavoro: amo allenare ciò che ho, non guardo ciò che sarà. Più alleno questa squadra e più ritengo che sia forte, quindi non mi interessa nient’altro. Sono talmente concentrato sul lavoro che mi va bene così, lo dimostra il fatto che inizino a giocare sempre elementi nuovi. Quando hai 27 giocatori di movimento, più cinque portieri, significa che dentro lo spogliatoio c’è uno spirito giusto e voglia di fare. Sono contentissimo così e convinto che questa squadra farà togliere tante soddisfazioni a società e piazza.

Ha la consapevolezza di avere un gruppo che può finire tra i primi cinque del campionato?
Sulla carta è uno dei più importanti del campionato. Ci sono squadre che hanno un discorso diverso, come Cagliari, Bari, Cesena, ma anche Avellino e Salernitana, ma in questo campionato c’è una caratteristica sottovalutata: la costanza, il rendimento che ti permette di rientrare sempre e comunque. Se fai il filotto e sei in grado di poterlo fare, sia negativo che positivo, ti puoi ritrovare lì o là. E’ questione di continuità, quando ho vinto facemmo 22 risultati utili consecutivi. Se ci riesci, per forze di cosa la classifica la scala. Al di là di vittorie e pareggi, quando ci riesci ti cresce tutto. Vorrei far vedere a tutti la crescita quotidiana di questi ragazzi e il modo in cui ti ascoltano negli allenamenti, che sono le cose più gratificanti per un allenatore.

C’è qualche giovane della Primavera che può essere già utile in ottica prima squadra?
E’ antipatico parlare di un giocatore anziché di un altro, ma credo che Celli possa diventare importantissimo per il calcio italiano. E’ un po’ in ritardo dal punto di vista della maturità tecnica, se lo consideriamo tra i top player dei ’97 è come se fosse un ’99. Quando entrerà saprà bruciare le tappe, perché stiamo parlando di un centrale come ce ne sono pochi nella nazione, per caratteristiche. Potrà togliersi delle grandi soddisfazioni. In questo momento sto guardando tre giocatori che, per caratteristiche, mi servono per completare il centrocampo: Criscuolo, Shahinas e Wolski. Non lo ritengo un giovane, perché è un ’96, ma ovviamente Talamo. Farò di tutto per trattenerli qui, perché mandare i giovani in una categoria inferiore significa “maleducarli”, mentre qui vivono l’ambiente serie B e tutto ciò che ne concerne.