L'assenza di personalità non si trasformi in un alibi

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio
07.12.2016 20:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
L'assenza di personalità non si trasformi in un alibi

Sono stato tra i pochi a non dare la sufficienza nelle pagelle di fine gara al Latina e a Vivarini. La prova contro l’Entella non mi è piaciuta, pur riconoscendo ai nerazzurri molte attenuanti, non credo ce ne sia state a sufficienza per assolverli del tutto da colpe. A non piacermi è stato l’atteggiamento della squadra. Non si può pensare di giocare meno di mezz’ora e sperare di portare all’incasso i tre punti. E questa storia che Bruscagin e compagni non abbiano personalità e vivano nel timore che l’avversario li possa rimontare - come puntualmente accade – inizia ad essere stucchevole e sempre meno credibile. Spiegare 10 pareggi su 17 partite, 5 rimonte subite al Francioni con la semplice mancanza di personalità della squadra mi sembra riduttiva e soprattutto non porta da nessuna parte. L’ho già scritto, indubbiamente la squadra risente dell’attuale stato d’incertezza della società così come non ha un profilo caratteriale ben definito. Questo però non significa che non ci siano correttivi da attuare nel momento in cui l’inerzia della partita cambia a favore dell’avversario e mi riferisco in particolare alla gestione e alla tempistiche delle sostituzioni, così come alle necessarie contromisure tattiche. Tra i nerazzurri, allenatore compreso, c’è una certa tendenza all’ineluttabilità, che in campo si traduce nell’incapacità di reazione, che pure c’è quando l’inevitabile si concretizza nel pareggio avversario come dimostrano i finali di partita con Salernitana ed Entella. Vivarini è chiamato a metterci del suo nella lettura della partita e nei conseguenti interventi tecnici e tattici, perché l’assenza di personalità non si trasformi in un perenne alibi.