Il Personaggio - Sodinha, talento di peso

23.10.2014 14:00 di  Marco Ferri   vedi letture
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Gino Corioni non ha dubbi: “Se gioca lui, e lo fa come sa, da qui alla fine del campionato non ne perdiamo più nemmeno una”, preconizza l’ex numero uno del club. “Lui” è Felipe Sodinha, 86 chili di classe cristallina distribuiti su appena 174 centimetri di altezza, genio e sregolatezza di un Brescia che fa tappa al Francioni sulla scia della prima affermazione casalinga in campionato, un sofferto 2-1 a spese della Pro Vercelli. A favorirlo è stato proprio il talento brasiliano, autore di due assist illuminanti dei quali hanno beneficiato Caracciolo e Benali per siglare le due reti decisive: “Quando mi dicevano che ero grasso all’inizio mi arrabbiavo, però adesso mi rendo conto che avevano ragione: scendere di peso non può che farmi bene. Devo perdere ancora 2-3 chili”, ha ammesso in settimana, sulla scorta delle coccole di mister Iaconi: “Per noi equivale a un patrimonio dell’Unesco –lo ha esaltato il tecnico delle rondinelle – è l’elemento che ci può permettere di vincere le partite perché ha sempre in serbo la giocata inattesa”. Come quando al Manuzzi di Cesena, nel marzo scorso, dribblò mezza squadra bianconera, portiere compreso, servendosi esclusivamente della suola della scarpa, prima di depositare in rete: “Fino a 15 anni – rivela - ero indeciso se fare calcio a 5 o a 11, poi ho scelto quest’ultimo ed ho iniziato a giocare col Paulista”. Seguì l’arrivo in Italia, a Udine, fino all’avventura bresciana. Sabato il ragazzo paffutello che non si ritiene inferiore a Ronaldinho è destinato a far coppia con Caracciolo e, per Breda, la sua presenza rappresenta un grattacapo in più: “Il mio sogno è quello o comunque arrivare in una squadra top: se ci riuscissi potrei finalmente aiutare la mia famiglia e i bambini delle favelas, è la cosa a cui tengo di più”. Alle doppie sedute quotidiane, e alle curve di un campionato ancora tutto da vivere, il compito di dare forma al sogno.