Lettera ad un Latina mai nato

26.05.2017 11:40 di  TL Redazione   vedi letture
Lettera ad un Latina mai nato
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L'ultima provocazione di Benedetto Mancini rischia di diventare un macigno sulla possibilità di avere un futuro prossimo, sportivamente parlando, nella città di Latina. Delle due, l'una: o l'ex amministratore unico è il più grande giocatore d'azzardo mai visto sulla faccia della terra e ha calcolato ogni minimo rischio nel dettaglio - ipotesi che non sembra trovare conferma dalle sue precedenti esperienze imprenditoriali - oppure questa sua ennesima tiritera potrebbe avere, come unico effetto, quello di ridurre al minimo i margini di operatività di un'eventuale nuova società da costituirsi in fretta e furia il 30 giugno, data ultima indicata dal Giudice per saldare i debiti. Ad aggiungere elementi sconcertanti in un quadro già di per sé schizofrenico, la lettera inviata al Tribunale e ai Curatori Fallimentari dallo stesso Mancini. Premesso che la scelta di presentare un'offerta fuori asta contrasta apertamente con le dichiarazioni rilasciate dallo stesso il giorno prima a LatinaSport ("Non me la sono sentita di continuare [...] Ho avuto altre offerte e ora mi getterò a capofitto su queste altre opportunità") e non smentite dal diretto interessato, proviamo ad analizzare i punti salienti della lettera recapitata agli organi competenti.

[...] che alla data dell'offerta l'azienda U.S. Latina Calcio s.r.l. occupava la penultima posizione in classifica con ampie possibilità di salvezza anche in considerazione della qualità dei calciatori professionisti presenti in rosa e soprattutto a fronte delle restanti partite (sette) con la disponibilità di 21 punti e con soli 6 punti in classifica da recuperare per la salvezza;

L'inizio - siamo solo al secondo punto della missiva - fa immediatamente comprendere come la narrazione dei fatti non coincida con la realtà neanche quando questi siano palesi e incontrovertibili. Mancini viene dichiarato aggiudicatario dell'esperimento di vendita il 18 aprile, come sottolineato da lui stesso nel punto precedente, quindi dopo la trasferta di Salerno, nella quale lui stesso (in attesa dell'apertura delle buste e, soprattutto, di versare il saldo di aggiudicazione) si lascia intervistare in qualità di "presidente". Le partite restanti sono sei e non sette, i punti disponibili sono 18 e non 21 e il Latina ha sì "soltanto" sei punti da recuperare, ma ha anche sulle spalle l'incombente penalizzazione, senza dimenticare che ci sono sei punti da recuperare ma anche altre due squadre nel mezzo, una delle quali, la Ternana, completamente trasformata dalla cura Liverani. 

- Che in considerazione della risposta negativa da parte della curatela ad effettuare il ritiro per la mancanza di risorse economiche lo scrivente si proponeva di pagare personalmente tutte le spese relative al ritiro sollevando la curatela da ogni aggravio economico;
– Che la curatela nonostante la disponibilità dimostrata dallo scrivente ad accollarsi le spese necessarie al ritiro rispondeva negativamente non ritenendo necessario effettuare tale ritiro in contrapposizione anche a quanto richiesto dall'Allenatore;

Qui l'incongruenza tra narrazione e realtà corre su due binari. In primis, come sottolineato dall'avvocato del signor Mancini, Renato Archidiacono nel corso della trasmissione Monitor in onda su Lazio TV di giovedì 20 aprile, il presidente in pectore avrebbe tranquillamente potuto "invitare" giocatori e staff a recarsi presso una struttura in maniera autonoma e svolgere il ritiro senza renderlo ufficiale, cosa che non è avvenuta. Del resto sarebbe stata l'unica soluzione praticabile perché, come efficacemente spiegato dai Curatori Fallimentari anche attraverso un comunicato, senza aver completato l'acquisizione del club, Mancini non era nelle condizioni di poter prendere decisioni a nome di un'azienda della quale non era ancora proprietario. 

– Che nelle successive 7 gare di campionato l'Azienda U.S.Latina Calcio riusciva ad ottenere soltanto 6 punti dei 21 disponibili a causa di molteplici fattori che ne hanno determinato la retrocessione nella serie inferiore;

Di nuovo tornano le 7 gare (sono 6) e i 21 punti (sono 18), ma Mancini omette di dire che il rendimento della squadra nelle ultime giornate, oltre ad essere ampiamente positivo se paragonato a quello di tutto il restante girone di ritorno, è anche influenzato dalla matematica retrocessione avvenuta poco prima della trasferta di Brescia per effetto della penalizzazione. 

- Che a seguito di tale evento di retrocessione appariva assolutamente spropositato il saldo prezzo da effettuare per concludere il trasferimento della proprietà anche in considerazione dell'enorme debito sportivo presente;

L'evento di retrocessione, come detto, era acclarato dal 3 maggio. Perché, allora, in data 9 maggio il signor Mancini interviene telefonicamente nel corso della trasmissione Pianeta Nerazzurro per rassicurare tutti circa il famigerato bonifico mai versato, mentre oggi afferma di aver cambiato idea dopo la retrocessione?

- Che all'interno della predetta perizia integrativa non si è tenuto conto dell'incameramento della cauzione di euro 72.000 nella formulazione della base d'asta che da sola basterebbe ad azzerarne il valore e che comunque risulta a tutti gli effetti incamerata dal fallimento.

Nell'intervista rilasciata ad Alessandro Zaffarano all'indomani del mancato versamento del bonifico dell'11 maggio, Mancini aveva preannunciato che avrebbe partecipato alle successive aste, dichiarando di essere "già pronto" e che la sua era una "ritirata strategica". Anche in questo caso, la frase "io faccio i fatti", diventata una sorta di ironico marchio di fabbrica dell'imprenditore romano, risuona come una beffarda presa in giro per una tifoseria esasperata dalle fantasiose promesse di chi non sembra rendersi conto dei pensieri che trasmette.