Come si esce dalla crisi?

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio
30.03.2016 20:03 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Come si esce dalla crisi?

Come molti sono rimasto sconcertato dalla prova del Latina a Cesena. Non è solo una sensazione, bensì una certezza certificata dalle statistiche del confronto che confermano l’impalpabilità della manovra nerazzurra che nonostante la supremazia territoriale, il maggiore numero di passaggi riusciti e di palle giocate, ha prodotto la metà della pericolosità dei romagnoli. Ne sono convinto da tempo, e l’ho più volte sottolineato, che l’organico del Latina sia strutturalmente debole, che siano stati fatti degli errori in sede di mercato – sia estivo che invernale -, che si è sbagliato fin dall’inizio e cito per tutte la valutazione di Iuliano di individuare in Olivera il leader di questa squadra. A questo punto della stagione e con lo spettro della retrocessione che incombe nel nostro futuro, ha però poco senso distribuire le colpe a questo o a quello, stampa compresa. Un gioco al massacro che non porta da nessuna parte, anzi accentua la precarietà di un ambiente di per sé geneticamente precario.

Il quesito da porsi in questo momento non è di chi sia la responsabilità dell’attuale catastrofe ma, semmai, come se ne esce. Gautieri ha scelto la strada del lavoro, nel tentativo di dare perlomeno gamba ad un squadra che ha problemi nell’impostare e nel disegnare geometrie. Parlare però di “lavoro” a nove giornate dal termine della regular season qualche perplessità me la suggerisce perché, come già scritto proprio in questa sede, si va ad agire su un materiale (umano) logorato sul piano fisico e mentale, restio di conseguenza ad assorbire carichi di lavoro da preparazione estiva.

Allora, come se ne esce? Anche sul piano delle scelte degli uomini Gautieri, come i suoi predecessori, ha margini piuttosto ristretti. Margini che si restringono ulteriormente se ci si ingabbia in un unico modulo, che oggi è il 4-3-3. Se di acchitto un interlocutore chiedesse in quale ruolo è più manchevole l’organico nerazzurro, quale sarebbe la nostra risposta? Gli esterni, mi sentirei di dire. E se questo è il presupposto, è scontato che il 4-3-3 vada incontro a qualche difficoltà. Il Latina ha vinto le prime tre partite del girone di ritorno disponendosi con il 4-3-2-1, ma probabilmente una risposta alla nostra domanda (come se ne esce?) potrebbe venire dal 3-5-2, intrinsecamente più solido e quindi adatto ad una squadra afflitta da perenne instabilità. Una bestemmia per Gautieri che allora oltre al “lavoro” dovrà però metterci di suo anche un pizzico consistente di inventiva tattica, di variazioni sui temi da lui prediletti.