La prestazione con lo Spezia ha restituito la speranza

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
06.09.2016 15:15 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
La prestazione con lo Spezia ha restituito la speranza

Il confronto con lo Spezia non ha fornito certezze, ma ha dato speranze. Speranza che la squadra cresca, che le potenzialità intraviste contro gli aquilotti liguri trovino tempo e modo per maturare, che con l’amalgama certe stridii nel meccanismo del gioco spariscano.

A ripercorrere il film della partita c’è di che essere soddisfatti per lo zero nella casella delle occasioni concesse agli avversari. Un nulla che ritroviamo però anche nelle opportunità da rete del Latina. Un’osservazione che riaccende l’allarme sulla consistenza del reparto offensivo nerazzurro che ad oggi di certo è povero di uomini e quanto alla qualità rappresenta la più grossa scommessa della stagione. Acosty gradisce poco muoversi da seconda punta e lo si è visto anche contro lo Spezia, il che lo porta a non dialogare con Paponi la cui volontà non è sufficiente a vincere la battaglia contro le difese altrui. Non è un caso che il più pericoloso tra i nerazzurri sia risultato Mariga che inizia a fare valere l’esperienza e soprattutto la strabordante fisicità di cui madre natura lo ha dotato.

Personalmente, e non sono il solo, ho gradito assai la prestazione di D’Urso, un gradino più sotto quella di Gilberto, di poco superiore a De Vitis, che come gli è già accaduto in questo avvio di stagione, pare non reggere 90’. Tutti e tre però si sono fatti apprezzare come interditori piuttosto che come propositori di gioco, a dire di un Latina che è sì in crescita, ma che di identità tattica ne ha ancora poca. I nerazzurri non hanno giocato come il 3-5-2 vorrebbe, non c’è stata ampiezza, le fasce troppo spesso sono state ignorate. Vivarini ne è consapevole e provvederà, magari prima del derby!