Livorno diventa (già) un crocevia: per cosa è destinato a giocare il Latina?

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio
01.12.2015 18:40 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Livorno diventa (già) un crocevia: per cosa è destinato a giocare il Latina?

Non è nemmeno più rabbia, è delusione. 

Delusione soprattutto per l’approccio del Latina a Lanciano. I nerazzurri avrebbero dovuto aggredire un avversario privo di certezze, costretto alla partita della svolta, che invece si è ritrovato a condurre il gioco, alimentandosi di fiducia ogni minuto di più. Ha ragione Somma quando dice che le responsabilità sono sue: è lui che deve motivare la squadra, è lui che deve trasmettere ai suoi uomini la propria voglia di riscatto, è lui che deve dare una identità caratteriale ad un gruppo che pare specchiarsi in sé stesso.

L’aspetto caratteriale, ma non solo. Somma è in rodaggio, non potrebbe essere altrimenti, e per questo gettarlo nel tritacarne delle critiche è prematuro oltre che immotivato. Fatto è che certe sue certezze vanno forse riviste. L’utilizzo di Ammari nel ruolo di esterno e l’etichetta cucita addosso a Scaglia di dodicesimo titolare, non convincono. Stridono con la nuova veste tattica di Calderoni, sempre più fluidificante, sempre meno difensore e, di conseguenza, bisognoso di quella copertura che Ammari non garantisce, Scaglia invece sì.

A Lanciano la linea della trequarti ha funzionato poco, per le abulie di Ammari ma anche per la posizione avanzata di Schiattarella che – vedi la partita con la Salernitana - ha privato la manovra del Latina di un uomo capace di ribaltare il gioco, di aggredire l’ampiezza in mezzo al campo.

Il prossimo confronto con il Livorno è destinato così a disegnare l’orizzonte prossimo della stagione nerazzurra. Fallirlo scompaginerebbe le aspettative della società e Somma da “giocare per vincere”, sarebbe costretto ad iniziare a pensare a “giocare per salvarsi”.