Somma e il Latina, una questione di lavoro e misure

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio.
10.11.2015 19:25 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Somma e il Latina, una questione di lavoro e misure

«Adesso voglio vedere cosa scriverai nel tuo editoriale!». Sono state le prime parole che Mario Somma mi ha rivolto sabato, entrando in sala stampa dopo la vittoria sul Cesena. Con lui c’era Andrea Chiappini e per chi, come il sottoscritto, da quarant’anni cerca di raccontare il calcio della nostra città, è stato impossibile non emozionarsi. In un istante ho rivisto la fotografia dei soci fondatori della Virtus Latina, quel gruppo che ha concepito l’embrione che è poi diventato il Latina di oggi, portato dal niente alla serie B. E in quel gruppo c’erano anche Andrea Chiappini e Mario Somma, gli amici di una vita.

Somma potrà dare molto al Latina, come il Latina potrà dare molto a lui. Una questione di lavoro – e su questo Mario è un maestro – ma anche di misure. Il nuovo tecnico del Latina dovrà essere bravo a trovare la misura di sé stesso e del rapporto con gli altri in un ambiente che conosce fin nella sua più piccola componente. Una conoscenza che gli darà sicurezza, tanta sicurezza, il che potrebbe portarlo a non vedere o a sottovalutare i limiti che pure in futuro ci saranno. “Nemo propheta in patria” dovrà essere il suo motto di riferimento, così da avere sempre bene in mente che il suo primo obiettivo, quotidiano, è smentirlo attraverso il lavoro e i risultati.

Contro il Cesena, Somma ha dato un assaggio di ciò di cui è capace. Ha impresso la sua impronta ad una squadra che non chiedeva altro che gli venissero fornite  certezze sul che fare e sul cosa essere. Quanto a vedere la mano del tecnico pontino bisognerà attendere probabilmente gennaio, quando alle scelte tecniche si sommeranno le scelte degli uomini, e qui la sua enciclopedica conoscenza della serie B tornerà utilissima.

Sabato, ha sorpreso tutti proponendo tre centrocampisti centrali, piazzandone due (Moretti e Marchionni) davanti alla difesa e il terzo (Olivera) a ridosso della punta. La mossa ha funzionato, il Latina s’è trovato ad avere geometrie in impostazione come in rifinitura e nel contempo si è garantito interdizione sulla trequarti alta così come su quella bassa. Il resto lo hanno fatto le motivazioni che, per citare uno dei tanti,  hanno trasformato un oggetto misterioso come Calderoni, nel migliore dei fluidificanti. Benvenuto Mario, ben ritrovato Andrea.