Olivera: "Questa città sa farti sentire grande. Tanti ex compagni vogliono tornare, ma..."

27.02.2018 18:45 di  Marco Ferri   vedi letture
Olivera: "Questa città sa farti sentire grande. Tanti ex compagni vogliono tornare, ma..."
© foto di © TuttoLatina.com

L'intervento di Rubén Ariel Olivera da Rosa, ospite ieri di Gol Mania su Lazio Tv, riportato integralmente da TuttoLatina.com.

Domenica due punti persi?
Secondo me sì, ma non c'è niente da recriminare. Nel secondo tempo è stato un assedio, loro sono stati molto ordinati nel mettersi dietro e noi non siamo riusciti a segnare anche se le occasioni le abbiamo avute.

Hai provato emozione nel toglierti la casacca e ritornare in campo?
Tanta, vivo con entusiasmo questo anno e questo nuovo inizio. Non vedo l'ora di stare bene e di mettermi a disposizione al 100%. Hanno fatto piacere il rientro e gli applausi dei tifosi.

Quanto fa piacere essere il punto di riferimento di questa nuova società?
È giusto che i tifosi ci credono, noi giocatori siamo i primi a farlo. È una possibilità molto importante, il mio compito è quello di dare il massimo insieme ai miei compagni. Speriamo che vengano questi play-off, vincerli e sperare nella possibilità del ripescaggio. 

In cosa deve ancora crescere questa piazza?
Non lo so dire, ho ancora la mentalità del giocatore e guardo al lavoro settimanale e a ciò che faccio domenica dopo domenica. Non possiamo lamentarci del sostegno della gente, che ci segue sempre. La società è nuova, magari ha poca esperienza, ma con molta umiltà stanno facendo le cose bene e non ci fanno mancare niente. Finora non abbiamo avuto nessun problema. 

Che messaggio lanciare alla gente?
Ho vissuto partite impressionanti qui. Sabato, mentre facevamo la rifinitura sotto la pioggia, ci siamo ricordati la partita in casa col Vicenza vinta per 2-1 alla penultima di campionato. C'era gente che piangeva, perché eravamo usciti dalla zona play-out e poi andammo a giocare a Pescara che lottava per la Serie A. Ho vissuto bello e brutto in questa piazza, la città quando vuole ti fa sentire davvero grande. 

Pareggio già archiviato?
Ci siamo detto che i punti lasciati col Latte Dolce ce li andremo a riprendere a San Teodoro. Sarà una trasferta molto dura, ma ce la possiamo fare.

Qualcuno ha suggerito il tuo impiego davanti alla difesa al posto di Catinali
Dopo la partita si possono commentare tante cose. Quando la palla andava sull'esterno stavo sempre vicino a Iadaresta, ho fatto diversi inserimenti. Bisognava tenere il centrocampo, perché quella è una squadra che ti poteva segnare in contropiede. Pascucci non ha fatto una scelta sbagliato, perché rischiavamo anche di perdere.

Latina che deve guardare davanti o dietro?
Mancano nove partite, sono fiducioso sulle nostre possibilità di arrivare più in alto rispetto a dove siamo adesso. Conosco il gruppo, vedo come sta la squadra e sono fiducioso. 

Spesso ci si dimentica che in campo ci sono molti ragazzi
È vero, spesso non ci pensiamo. Io che li vivo tutti i giorni so che per loro la motivazione di giocare a Latina è già tanto. Sono tranquillo, stanno imparando e ci sono ragazzi che sono cresciuti tantissimo in pochi mesi. Basta pensare a Cittadino che gioca come un veterano ma ha 23 anni, Bardini che è un 2000. Stanno facendo grandi progressi.

Bardini sta bene?
Sì, lo abbiamo visto negli spogliatoi dopo la partita ed era tranquillo. Ha avuto solo un momento di defaillance perché ha perso i sensi, ma per fortuna non è successo niente. 

Hai avuto modo di parlare con Facci?
No, ho saputo solo dopo che c'era Mauro allo stadio. Mi fa piacere che sia venuto a vedere il Latina e anche il "suo" giocatore, Bardini. 

Tanti ex giocatori sono già venuti...
Sì, Schiattarella, Brosco, Esposito. Loro mi dicono di portare la squadra in Serie C così possono tornare, ma così è troppo facile. Chiaramente scherzano, è giusto che facciano un altro tipo di carriera, anche se sono tutti innamorati della città. Io ho accettato perché la società è valida, le offerte non mi sono mancate. Per me fare una scelta di vita significa dare una grossa mano per tornare a vedere quello che c'era qui a Latina.

Tante componenti non sono retrocesse...
Quando siamo andati a giocare a Nuoro c'erano 35 tifosi nonostante pioggia, nebbia e un freddo cane. Siamo ripartiti quasi alle 23 con gente che la mattina dopo avrebbe attaccato a lavorare alle 3. I tifosi sono impagabili. 

Dal Delle Alpi, alla Champions League fino ad arrivare a Nuoro. C'è tanto calcio nella tua vita...
Speriamo di continuare a farlo nel miglior modo possibile anche quest'anno.

Una carriera importante
Non mi lamento, è stata una bella carriera. So che potevo fare di più, arrivando troppo giovane ho avuto alcuni momenti di difficoltà. Sono arrivato in Italia da solo, senza conoscere la lingua, a 18 anni e ogni tanto mi sono perso. Piano piano ho recuperato, se gli infortuni non mi giocano brutti scherzi posso ancora dire la mia e dare una mano.

Segnare con la maglia della Juventus o del Latina è la stessa cosa?
Sì, per un giocatore la gioia di un gol non ha spiegazioni. Oggi difendo il Latina e sono più che orgoglioso, è la mia seconda casa e non posso essere più felice di stare con questa maglia e in questa città.

Quanto frequenti ancora il mondo Juventus?
Non tanto. Sono stato a Torino un paio di mesi fa, ho degli amici lì e siamo rimasti in contatto. Mi hanno fatto qualche chiamata per invitarmi alle partite all'estero delle vecchie glorie, ma non avevano capito che stessi ancora giocando. Ovviamente mi fa piacere che mi pensino ogni tanto, ma ormai la mia vita è qui e il mio primo pensiero è Latina.

Ti pensano come un ex giocatore...
Sì, mi vogliono mandare a giocare con Iuliano e con tutta gente con la pancia (ride, ndr), ma io ancora mi sento un giocatore.

Iuliano ti portò qui
Sì, mi ha voluto fortemente qui, mi ha dato fiducia e la fascia di capitano. L'ho sempre ringraziato per questo, abbiamo fatto un buon anno insieme.

Quale può essere un rimpianto della tua carriera?
Nel calcio conta anche l'ambiente che ti circonda. Non sempre ho saputo separarlo, giocando a certi livelli hai molte tentazioni e non sempre hai la guida che ti permette di percorrere la strada giusta. Secondo me il rimpianto è questo. Negli ultimi due-tre anni di Juventus mi sono un po' perso, un giocatore professionista dovrebbe avere accanto una compagna che lo sappia far stare bene. 

Adesso i rigori toccano a te?
Iadaresta è il nostro emblema, se ne ha sbagliati un paio non c'è davvero problema. Si allena davvero tanto anche per battere i rigori, merita il privilegio di calciarli perché se li è guadagnati.

La fascia a Catinali, nonostante Olivera
È giusto così, io sono arrivato a far parte della squadra dopo due mesi. Parliamo di ragazzi con esperienza e che sanno guidare i compagni, non c'era bisogno di cambiare niente. Io ho portato esperienza e voglia di far capire la maglia che portiamo, anche se siamo in Serie D. Devono capire che qua siamo solo di passaggio, siamo qui per questo. Adesso dobbiamo puntare ai play-off e vincerli.

Dove puoi giocare adesso? Non da punta, perché tanto poi ti fai male...
Questi scatti di 20-30 metri...No, ma mi sentivo veramente bene, ho fatto quattro partite consecutive e due amichevoli e aspettavo tanto la partita col Rieti. Ero curioso di vedere la capolista, abbiamo fatto 20 minuti alla grande e non siamo riusciti a far gol. Mi sono fatto male a gamba e spalla, è stato un periodaccio. Ora con questo modulo nuovo il mister mi ha arretrato un po' e mi ha dato la possibilità di ritornare in quello che è stato uno dei miei ruoli. 

Che Rieti hai visto quando l'hai affrontato in campo?
Hanno una struttura molto forte, sono "cattivi" e conoscono la categoria. La differenza è quella, ma vorrei vedere una partita tra le due squadre al completo. Loro sono meritatamente primi, parlare adesso ha poco senso. Una partita come la prima di gennaio, con tutti a disposizione, è diversa. 

L'Albalonga può insidiare la capolista? Che ricordo hai dei castellani?
Lì con 10 uomini per quasi tutto il secondo tempo, il Latina disputò davvero una gran partita insidiandoli fino alla fine. 

Mezzala va bene?
Sì, perfetto. Se posso dare qualcosa alla squadra, anche portiere.

Con il Latina tra i professionisti ripenseresti al tuo ritiro?
Ho già risposto a questa domanda, dicendo che se gli infortuni non mi giocano brutti scherzi me la sento di andare avanti. La voglia è tanta, poi deciderà la società. Per ora voglio fare bene queste ultime partite e dare una mano alla squadra. Se la società lo vorrà, sarò a disposizione.

Domenica c'è il San Teodoro, la prima squadra che hai affrontato in stagione
Sì, dopo aver aspettato per più di un mese il transfer sono uscito dopo mezzora. Riuscimmo a vincere una partita che si era messa male nel secondo tempo. Abbiamo tenuto e siamo riusciti a portare a casa i tre punti, non è stato semplice.

Rubén e la scuola calcio: un giorno sarai maestro di calcio?
È quello il progetto che ho in testa da un paio di anni. Piano piano ho cominciato, cerco di inculcare quello che sono riuscito ad imparare dai grandi allenatori e di dar qualcosa in più ai nuovi giovani di questa città.

C'è una differenza nella formazione tra Italia e Sud America?
Ora i giovani sono molto più svegli e apprendono molto più velocemente. I bambini già a 6-7 anni sanno fare un doppio passo, ma giocare a pallone è una cosa e fare il professionista un'altra. 

Il tuo nome completo
In Sud America si usano due nomi e due cognomi. Ho il cognome di mio padre e di mia padre. Il secondo nome me lo ha messo mia madre, si usa così.

Il Fondi sta andando male: hai avuto modo di sentire Corvia?
Sì, mi sento ogni tanto con Daniele. Stanno attraversando un momento di difficoltà, lui come uno dei riferimenti della squadra lo avverte tanto. Mi ha detto che la squadra è in buone mani, l'allenatore è valido e hanno ancora la speranza di fare qualche risultato positivo per uscire da questa situazione.

Ti ha mai cercato la Racing Fondi?
No, in nessun momento.