Pinsoglio, le mani sulla storia. Suo il primo rigore parato da un portiere nerazzurro in serie B

15.11.2016 17:00 di  Marco Ferri   vedi letture
Pinsoglio, le mani sulla storia. Suo il primo rigore parato da un portiere nerazzurro in serie B

Mai come stavolta il ricorso all’aggettivo non è abusato. La serata vi(n)centina ha infatti vissuto il suo momento storico a una manciata di minuti dall’agognato triplice fischio finale con cui il modesto Aureliano ha sancito la prima vittoria esterna della stagione, interrompendo un digiuno durato la bellezza di 294 giorni. Da quel 23 gennaio, all’alba della rimonta di Trapani, di sabati ne erano trascorsi 42 e di trasferte, a voler aggiungere anche quella di Novara in Coppa Italia, 17. A rendere possibile la ripetizione di quell’estasi, arricchita e perfezionata dalla sofferenza spesa per raggiungerla, era stato un intervento operato pochi istanti prima. Per nulla scontato il protagonista, quel Carlo Pinsoglio capace di rovesciare i giudizi che ne avevano accompagnato la prestazione con il Bari della settimana precedente, macchiata dall’errore in uscita sul gol di De Luca che aveva riacceso le flebili speranze pugliesi.

PRIMA VOLTA - Cosa abbia di storico il tuffo con cui il guardiano scuola Juventus ha interrotto la traiettoria disegnata da Bellomo e respinto le speranze di rimonta del Vicenza è presto detto. Quello del 26enne di Moncalieri è stato il primo rigore neutralizzato da un portiere del Latina nella sua quadriennale avventura in serie B. Nei 22 precedenti tentativi di trasformazione ad opera degli avversari, i pontini erano stati graziati in due circostanze ma né Antenucci (nel match di Terni del dicembre 2013) né Memushaj (con la maglia del Pescara al Francioni nel febbraio 2015) avevano centrato lo specchio della porta difeso rispettivamente da Iacobucci e Di Gennaro.

LISTA LUNGA - Composito l’elenco dei giustizieri laziali dagli undici metri, con il carpigiano Mbakogu (nell’arco di sette minuti durante la stessa gara, andata in scena al Cabassi nell’ottobre del 2014) e il livornese Vantaggiato ad aver dimostrato la loro infallibilità nell’esercizio in due occasioni e Ciano che si è allenato nella specialità sia con la maglia del Crotone che con quella del Cesena. La carrellata era stata inaugurata dall’empolese Tavano nella gestione Auteri, mentre Breda ha fatto i conti con Memushaj (Carpi), Granoche (Modena), Polenta (Bari) e Cascione (Cesena), Beretta ha proseguito con Cutolo (Livorno) e Mancosu (Trapani), Iuliano è stato castigato da Dionisi (Frosinone) e ha visto il bresciano Caracciolo anticiparne l’esonero attraverso la stessa sentenza, con Piccolo (Lanciano), Caputo (Virtus Entella), Ricci (Crotone) e Scozzarella (Trapani) indigesti a Mario Somma e Coda unico rigorista implacabile nella parentesi Gautieri. Tra i pali si erano alternati senza successo Iacobucci, Farelli, Di Gennaro e Ujkani, ma nessuno di questi è riuscito lì dove Pinsoglio ha saputo fare al primo colpo, confermando un’attitudine nella specialità che aveva già avuto modo di esaltare ai tempi in cui vestiva la maglia del Modena ipnotizzando – nel maggio 2014 -, il novarese Sansovini.

DA AURELIANO AD AURELIANO - A precedere i venti dispiaceri di cui sopra erano stati altri due durante il girone di ritorno del campionato 2012/2013, quello culminato con la promozione in serie B. La lunga scia di tuffi a vuoto l’aveva aperta proprio un fischio di Aureliano, lo stesso arbitro che ha assegnato la massima punizione ai lanieri, sabato sera, al Menti. All’alba del 3 marzo 2013 si giocava al Matusa e a blindare quel derby a favore dei ciociari di Stellone fu Carrus, cui si accodò all’ultima bracciata prima dei playoff Corrent della Carrarese. L’ultimo estremo difensore ad aggiudicarsi un faccia a faccia dal dischetto in una sfida di campionato era stato, nella stessa stagione, Giacomo Bindi, la cui opposizione al diagonale di Quadri – in quel di Catanzaro in un match già archiviato dalla banda Pecchia grazie ai centri di Kola, Danilevicius e Ricciardi -, venne vanificata dal successivo tap-in di Masini per il definitivo 1-3. Al “Ceravolo” il calendario era fermo al 13 gennaio 2013, ben 1399 giorni prima della più attesa delle riproposizioni.

CAMBIO DI ROTTA - Non solo li para, ma adesso li segna anche. Quello trasformato da Corvia e valso i tre punti in terra veneta è stato infatti il quinto rigore calciato da un giocatore nerazzurro e finito in fondo al sacco, dopo quello della settimana scorsa dello stesso centravanti romano col Bari, quello di Boakye col Trapani e gli ultimi due della passata stagione ad opera di Olivera, rispettivamente contro Brescia e Vicenza. Una ritrovata freddezza che non può che giovare a una squadra che nelle precedenti due stagioni e mezzo nella seconda serie aveva sciupato ben 9 dei 16 tentativi operati.