Serie D - Rimontare nel girone di ritorno: missione (quasi) impossibile

08.11.2017 17:45 di  Matteo Ferri   vedi letture
Serie D - Rimontare nel girone di ritorno: missione (quasi) impossibile
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Il mantra ripetuto a cadenza regolare da Andrea Chiappini - e recentemente ribadito anche dal direttore sportivo Germano - del "campionato che a gennaio cambia", ha avuto un duplice effetto negativo: irretire una tifoseria che, nonostante un'estate trascorsa con l'incubo di non vedere nessun Latina ai nastri di partenza, pretende fin da subito di dominare il girone e dare, più o meno inconsciamente, un alibi ai giocatori che, in sette giorni, hanno lasciato per strada quattro punti di vitale importanza. Al netto delle discussioni sulla capacità della compagine nerazzurra di essere realmente competitiva contro realtà consolidate come Rieti e SFF Atletico, la vera questione è se davvero il campionato cambi magicamente a gennaio, azzerando di colpo quanto espresso nei mesi precedenti. La risposta, almeno per quanto riguarda il Girone G nelle ultime stagioni è piuttosto chiara. Chi taglia per primo il traguardo a maggio è già in vetta al giro di boa o, se non lo è, si trova comunque ad un'incollatura dalla capolista. Dalla stagione 2011/12 ad oggi, quattro volte su sei la squadra Campione d'Inverno si è ritrovata a festeggiare la promozione in Lega Pro, con l'ultimo biennio a fungere da parziale eccezione, con una costante chiamata Rieti. Da due anni a questa parte, infatti, gli amarantocelesti arrivano a metà dell'opera per poi arrancare negli ultimi metri. Nel 2016 la squadra di Paris totalizzò 36 punti, così come l'Arzachena e tre in più della Viterbese di Nofri (che aveva repentinamente sostituito Sanderra), autrice di un girone di ritorno da schiacciasassi, con 43 punti conquistati sui 51 disponibili. Lo scorso anno, sempre con Paris in panchina, i reatini girarono con lo stesso punteggio (36), davanti a Monterosi (35), Ostiamare e L'Aquila (33) e Arzachena (32), ma alla fine furono proprio i sardi a festeggiare la storica promozione in Serie C, con una sola lunghezza di vantaggio sul Monterosi, in un campionato avvincente in vetta e condizionato dall'esclusione del Foligno, radiato a torneo in corso. Nessuna sorpresa nel quadriennio precedente: il neonato Salerno di Lotito girò a +6 sul sorprendente Città di Marino nel 2011/12 per poi amministrare il vantaggio nel girone di ritorno e chiudere a +4 sui castellani. Cambia l'ordine dei fattori ma non il risultato finale l'anno successivo, con la Torres a +4 sulla Sarnese a dicembre e a +6 a fine stagione mentre l'anno successivo fu la Lupa Roma a vincere il titolo d'Inverno con 37 punti, due più del San Cesareo e cinque più del Terracina, vincendo poi il campionato con tre lunghezze sui tirrenici e quattro sui prenestini. Bella ma inutile la rimonta dell'Olbia nel 2015, che consentì ai sardi di salire dal decimo posto di dicembre al terzo finale, in un campionato caratterizzato dal duello tra Lupa Castelli Romani - dominatrice fin dall'inizio, nonostante l'esonero di Gagliarducci a pochi giorni dal debutto stagionale e quello del suo successore, Apuzzo, a fine ottobre - e Viterbese, costretta ad un lungo quanto vano inseguimento. L'unico, vero esempio in grado di corroborare la tesi di Chiappini è rappresentato dall'Aprilia di Castellucci, nella stagione 2010/11. Allora i biancocelesti esorcizzarono il fantasma del Monterotondo, rosicchiando agli eretini ben 11 punti in meno di un girone, iniziando quello di ritorno con un roboante 5-1 esterno nello scontro diretto. Un pokerissimo che minò le certezze della formazione di Ferazzoli, crollate definitivamente in un altro scontro diretto, quello contro il Bacoli Sibilla Flegrea, che alla ventesima giornata si impose a Monterotondo anche grazie al portiere D'Auria, che nel primo tempo respinse il rigore di Cirillo che avrebbe potuto portare i suoi a più undici sui campani. Alla fine a festeggiare lo storico approdo in Lega Pro fu l'Aprilia, in vetta solitaria dalla 28^ giornata e promossa matematicamente grazie al 2-1 contro lo Zagarolo dell'ultimo turno. Decisamente meno incoraggiante il paragone con il Latina della stagione 2009/10. I nerazzurri girarono al sesto posto, a -8 dal Fondi per poi chiudere noni, a distanza siderale dai rossoblù e dal Gaeta, secondo alla fine del girone d'andata e secondo anche a maggio. In quel caso il Latina guadagnò comunque l'accesso alla Lega Pro attraverso il ripescaggio, un'ipotesi difficilmente percorribile nel contesto della Serie C attuale, orientata al ridimensionamento degli organici piuttosto che ad un loro ampliamento.