A Monopoli il rigore della discordia. E se al Latina costasse i play-off?
Non c’è analisi che tenga per spiegare la sconfitta del Latina a Monopoli (3-1). Va comunque detto come la prestazione della squadra per larghi tratti abbia convinto pur dovendo tornare a sottolineare le magagne nei meccanismi di copertura evidenziate dall’azione che ha portato al raddoppio di Manzari, bellamente ignorato nell’occasione da Furlan, così come dalla rete che è valsa la tripletta all’attaccante di casa, rincorso a distanza siderale da Riccardi che ne aveva evidentemente perso le tracce.
Considerazioni che passano in secondo piano di fronte all’episodio del rigore sbagliato in apertura di ripresa da Rosseti, sul punteggio di 1-1. Certo, con i “se” e con i “ma” non si va molto lontano, ma è difficile credere che con il Latina in vantaggio (in rimonta) per 2-1, il Monopoli con quattro sconfitte consecutive sul groppone sarebbe stato in grado di trovato la forza per ribaltare a sua volta il punteggio. Senza tacere dell’evidenza che con il Latina avanti, gli spazi a disposizione dei pugliesi si sarebbero drasticamente ridotti, altro che le praterie sfruttate da Manzari per portarsi a casa il pallone del confronto.
Sbagliare un rigore ci sta, non si vuole mettere in croce Rosseti. La questione è un’altra: per quale motivo il penalty è stato calciato da Rosseti e non da Ganz che pure aveva trasformato il tiro dagli undici metri che sull’ultimo respiro del primo tempo aveva permesso al Latina di rientrare negli spogliatoi sul punteggio di parità (1-1). Di chi è stata la decisione?
A domanda, Di Donato ha risposto: «Lo hanno deciso i giocatori, il rigorista è Ganz ma in quel momento Rosseti si è sentito di tirare e non è andata bene. In certi casi le gerarchie vanno rispettate». Appunto! Comprensibile il tentativo della squadra di dare una chance a un proprio compagno ma certe iniziative si prendono con il punteggio ormai al sicuro, non quando ti stai giocando l’accesso ai play-off, per giunta in una posizione di classifica virtualmente favorevole.
Un domani chi ripagherà la società dell’eventuale mancata partecipazione ai play-off? Perché dalla panchina non si è intervenuti? Va bene lo spirito di gruppo, va bene fare corpo ma non si può dimenticare che l’investimento è di pochi così come la passione è di molti. In casi così delicati non c’è spazio per le iniziative estemporanee, ma solo per quello che in altri campi sarebbe indicato come il “protocollo”: se c’è una gerarchia tra i giocatori deputati a calciare il rigore, questa gerarchia va rispettata. Anche Ganz avrebbe potuto mandare alle stelle il pallone ma non ci sarebbero stati alibi o rimpianti. Quei rimpianti che oggi rischiano di condizionare e avvelenare il futuro prossimo del Latina.