Aspettando che la "cotta" si trasformi in amore

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
12.09.2021 12:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Aspettando che la "cotta" si trasformi in amore

Nel calcio questo è il tempo degli innamoramenti. Tre mesi senza seguire la squadra del cuore che nel frattempo ha cambiato volto e, in qualche caso, pure l’allenatore per non dire – come nel caso del Latina- categoria, amplificano la curiosità del tifoso che di natura è predisposto a sperare in una stagione convincente, positiva. Basta poco: un successo, un giocatore brillante, una giocata funambolica, perfino una battuta in sala stampa per accendere la fiamma della passione.

Nel caso del Latina parlare di innamoramento è perfino riduttivo, siamo già alla vera e propria “cotta”, quella che ti fa perdere la trebisonda e riempie di sogni in technicolor le tue notti di fine estate. I nerazzurri erano piaciuti già contro il Palermo. Pur in dieci uomini, il Latina aveva incartato la partita ai rosanero e non fosse stato prima per una castroneria di Marcucci e Alonzi, e poi per una scempiaggine di Jefferson, il Palermo difficilmente avrebbe messo tre punti nel carniere.

Sabato contro la Paganese, le sensazioni siciliane hanno trovato conferma e contro un avversario munito, esperto (fin troppo), costruito per essere protagonista il Latina ha sciorinato una prestazione che ha prima annichilito gli avversari e poi ha entusiasmato i mille del Francioni. Corre questo Latina, raddoppia, recupera e non molla un centimetro. Qualità che sabato hanno bilanciato la maggiore prestanza fisica degli ospiti che si è fatta vedere e sentire sulle palle alte.

Il Latina è andato crescendo con i minuti. Respinta l’intimidazione iniziale dei campani espressa sotto forma di un efficacie pressing sulla tre quarti, il Latina ha replicato trovando rifugio nelle azioni individuali, protagonista soprattutto la catena di destra, e nei lanci lunghi ad innescare direttamente Mascia o Di Livio. Una strategia che al di là dell’episodio, che pure c’è stato in occasione del rigore, alla lunga non avrebbe portato molto lontano considerato che consentiva alla Paganese di rientrare troppo rapidamente in possesso della palla.

Come detto, però, il Latina è cresciuto, soprattutto nei suoi centrali di mediana, con Spinozzi a tessere la tela e Tessiore ad evitare che gli avversari la disfacessero. Il tutto combinato con la brillantezza di Mascia, Teraschi, Di Livio e Ercolano per un quadro complessivo di equilibrio, compattezza ed efficacia che Carletti ha ben saputo trasformare in rete e, quindi, in vittoria. Un successo limpido, strameritato ottenuto sotto lo sguardo del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.

Per sintetizzare in un concetto: non ci poteva essere ritorno migliore per il Francioni sul palcoscenico del calcio professionistico. Ora non resta che attendere che la “cotta”  si trasformi in amore.