Il Latina vince con il cuore e le intuizioni di Di Donato

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
20.10.2022 13:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Il Latina vince con il cuore e le intuizioni di Di Donato

Sesto risultato utile consecutivo, terzo successo interno di fila ottenuto con il punteggio di 1-0, quarto clean sheet stagionale per il sempre più convincente Cardinali e, infine, solitario quarto posto in classifica ad un passo dal trio delle meraviglie composto, nell’ordine, da Catanzaro, Crotone e Pescara. I numeri parlano chiaro sulla valenza positiva da attribuire alla vittoria ottenuta dal Latina sul modesto (nei numeri della classifica) Picerno, firmata dal primo gol tra i professionisti di Di Mino, uno dei rari prodotti del vivaio locale giunto a gloria nella squadra maggiore. 

Le difficoltà incontrate dal Latina nel superare l’undici lucano sono state però unanimemente riconosciute dai commentatori sportivi così come dai protagonisti in campo, concordi nell’affermare che il Picerno avrebbe potuto e meritato di chiudere la prima frazione di gioco in vantaggio, foss’anche sul doppio vantaggio.

Al solito per spiegare le ragioni di un Latina vittorioso pur nella precarietà del momento, nei commenti si è fatto ricorso a termini come cuore, carattere, determinazione. Concetti che, per carità, sono componenti riconosciute della trasformazione tra le due frazioni giocate dai nerazzurri, ma non è detto che sia d’obbligo il passaggio sulla chaise longue dello psicoanalista  ogni qualvolta si tenti di spiegare i motivi di una vittoria del Latina. In fondo, così facendo, si disconosce il lavoro di Di Donato, le cui intuizioni sono invece alla base dell’esito finale positivo del match con il Picerno.

Nell’occasione il trainer nerazzurro ha pensato di rimediare alla contingente penuria di attaccanti, ridisegnando tatticamente la squadra, proponendo un 3-4-2-1 che ha avuto in Fabrizi l’unico terminale offensivo, supportato da Tessiore e Di Livio nel ruolo di trequartisti. Trattandosi di presidiare la trequarti si sarebbe potuto pensare a Riccardi, che trequartista lo è di ruolo, e Rossi, ma, come di Donato ha spiegato in sala stampa, le scelte sono state filtrate attraverso la necessità di dosare le forze e le fatiche di ciascun componente della rosa. Fatto è che Di Livio e Tessiore non hanno funzionato così a ridosso della punta, non hanno trovato la misura, privi dello scatto sul breve e inadatti a suggerire il passaggio profondo. La loro difficoltà ha travolto la mediana nerazzurra che per buona mezz’ora è stata in balia delle incursioni avversarie, neutralizzate da un Cardinali insuperabile e da una difesa attenta (ad esclusione dell’episodio che in apertura ha portato al rigore).

Di Donato già sul finire di primo tempo ha corretto il tiro, riportando Tessiore sulla linea di centrocampo e avanzando Di Livio all’altezza di Fabrizi. La fase offensiva ha continuato a non brillare, ma per lo meno la mediana ha guadagnato in solidità e con essa tutta la manovra dei nerazzurri.  E così, nel secondo tempo, mentre Longo si privava di Golfo e Kouda, gli elementi che gli avrebbero potuto garantire le micidiali transizione della prima frazione, Di Donato ha potuto perfezionare il ritorno alla “normalità”, prima continuando a muoversi sulla linea del finale di tempo, poi, una volta ottenuto il vantaggio, tornando all’abituale 3-5-2 con l’inserimento di Rosseti. Variazioni sul tema tattico che hanno condotto in acque tranquille il Latina dopo la mareggiata della prima frazione. Cambiamenti che hanno fatto leva pure sul cuore, il carattere e la determinazione (per l’appunto) dei protagonisti in nerazzurro come sulle prestazioni di grande spessore di elementi come Amadio, il migliore in assoluto, Cardinali e Giorgini.

E ora a Messina per ripetersi, si spera, con maggiore tranquillità.