Un Latina immune dalla sindrome della sosta

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede al calcio
11.01.2021 14:59 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Un Latina immune dalla sindrome della sosta

Lo ha detto anche Scudieri, contro l’Afragolese il Latina  è stato pratico e, soprattutto, cinico, ma di certo non bello. Ciò nonostante i nerazzurri hanno concesso agli avversari soltanto briciole: una occasione per tempo, sprecate entrambe per insussistenza offensiva.

Il giudizio non proprio positivo sulla spettacolarità della prestazione nerazzurra è suggerito dalle difficoltà che Corsetti e compagni hanno incontrato nel governare la mediana, laddove i campani per lunghi tratti del confronto hanno goduto di un eccessivo possesso palla e della libera facoltà di palleggio. I giocatori di casa non sono riusciti a contrastare alto la manovra ospite, frantumata però con regolarità in prossimità della difesa, e si sono resi pericolosi in tutte le occasioni in cui sono riusciti ad evitare – giocando in rapidità -  il ginepraio costruito dal doppio muro campano, con nove uomini di regola dietro la linea della palla.

Ci sono così voluti 70’ perché l’evidente superiorità del Latina si tramutasse in un chiaro predominio in campo e la chiave di volta è venuta dal raddoppio a firma Sarritzu, bravo nel capitalizzare una pennellata dalla sinistra di Corsetti. A proposito del capitano nerazzurro, al rientro dopo lunga assenza, va evidenziato come nonostante una prova che ha inevitabilmente risentito della lunga mancanza del campo, nonostante vadano rivisti i movimenti della catene di sinistra quando Pompei si alza, mette a tabellino un gol e l’assist per il raddoppio, vale a dire le due occasioni che hanno posto al sicuro il successo del Latina, l’ottavo su nove partite disputate.

Al di là però delle osservazioni minute che poco tolgono o aggiungono alla sensazione di “potenza” che il Latina comunque lascia a fine partita, va dato merito a Scudieri di riuscire a mantenere un efficiente standard della squadra nonostante sia costretto ad un campionato costellato da lunghe pause. Non deve essere facile tenere alto il livello della manovra, della condizione fisica e delle prestazioni in assenza di continuità negli impegni. Ritornare in campo dopo venti giorni obbliga a ritrovare vecchi e a creare nuovi equilibri, a ritrovare le distanze, a ritrovare il contatto con l’avversario. Il Latina sembra immune dalla sindrome della sosta e questo è decisamente un merito da ascrivere a chi conduce la squadra.