Di Donato: "Non possiamo permetterci di non andare ai play-off"

26.03.2022 13:40 di  Matteo Ferri   vedi letture
Di Donato: "Non possiamo permetterci di non andare ai play-off"
© foto di Latina Calcio 1932

Le parole del tecnico del Latina, Daniele Di Donato, alla vigilia della trasferta in casa del Messina, valida per la 34esima giornata del girone C di Serie C.

Che partita ti aspetti?
Oggi è tutto più complicato perché tutte le squadre si giocano qualcosa e chi affronta il Latina si chiude dentro l'area. Noi non siamo più una cenerentola, siamo una squadra votata all'attacco e di conseguenza lasciamo spazi. Dobbiamo ritrovare la nostra foga ed essere bravi a non adattarci al ritmo altrui ma ad imporre il nostro.

Come sta la squadra?
Fisicamente stiamo bene, la squadra corre ma ultimamente sta correndo male. Dobbiamo essere più bravi a capire le situazioni che si presentano durante la gara. Non possiamo permetterci di non raggiungere i play-off, abbiamo la fortuna di essere ancora lì nonostante le ultime sei partite e dobbiamo assolutamente rimanerci

Per il Messina è l'ultima spiaggia
Le partite iniziano tutte da zero a zero, per loro potrebbe essere l'ultima occasione per la salvezza ma noi, a prescindere dall'avversario, dobbiamo tornare ad essere il Latina visto tra gennaio e febbraio

Che ne pensi dell'eliminazione dell'Italia nelle qualificazioni mondiali?
Nel calcio, per ottenere un piccolo gradino devi fare tanti sacrifici. Se poi smetti di cercare di migliorare e ti culli sugli allori, il calcio si riprende tutto con gli interessi e fa male. Questo è successo all'Italia, siamo usciti in casa contro una squadra non all'altezza e fa ancora più male perché nel girone abbiamo avuto la possibilità di chiudere la pratica e non ci siamo riusciti. Io sono cresciuto da bambino con l'idea che non ci sarebbe stato un Mondiale senza l'Italia, perché ci siamo sempre stati e invece ora ci stiamo abituando a non qualificarci più e dobbiamo assolutamente cambiare la situazione, a partire dai settori giovanili. Nei vivai conta più il risultato che la crescita del giocatore, poi vedi che in prima squadra non c'è nessuno che arriva dal vivaio. Queste domande dovevamo farcele già dopo la Svezia, ma evidentemente siamo molto bravi a parole e poco con i fatti. Bisogna investire nella formazione, nelle infrastrutture. Insegnare ai ragazzi deve essere un lavoro, riconosciuto e qualificato. Non è possibile dover insegnare i fondamentali ai ragazzi che arrivano in prima squadra