Buon Latina contro il Picerno ma le due sconfitte di fila fanno male

Con tutto quello che abbiamo visto la scorsa stagione non c’è da stupirsi che le due sconfitte incassate dal Latina nelle prime tre giornate di campionato evochino fantasmi e timori, disorientino chi con tanto entusiasmo crede nel nuovo progetto nerazzurro. Agli uomini di Bruno non è riuscito ciò che è riuscito al Foggia e Casarano: risollevarsi dopo una pesantissima sconfitta. I satanelli pugliesi incassati 6 gol dal Catania il turno successivo l’hanno avuta vinta sul Sorrento, il Casarano preso un set di reti dall’Atalanta U23 si è poi riscattato niente meno che fermando la corsa del Benevento. Non c’è stata rivalsa invece per il Latina nonostante l’immediato impiego di Parigi e di Hergheligiu e una buona prestazione che rende la sconfitta ancora più amara. La reazione alla sconfitta di Trapani però c’è stata, la squadra ha corso, ha mantenuto le distanze, c’è stata pure la reazione nervosa e di carattere dopo il primo vantaggio dell’AZ Picerno. Si può recriminare sulla sfortuna oppure su alcune decisioni arbitrali, in particolare riguardo al fallo di Pugliese su Calabrese in avvio dell’azione che ha portato alla rete vittoria di Santarcangelo, ma questo è di poco aiuto nel tentare di dare una spiegazione a due sconfitte che, inutile girarci attorno, fanno male, molto male.
Così come a Trapani, il Latina si è fatto infilare da due verticalizzazioni avversarie, innescate per giunta da lontano, confermando di soffrire la rapidità altrui. A mio avviso non c’è da prendersela con la qualità o l’esperienza dei difensori nerazzurri che poco o niente hanno concesso al Picerno nell’arco dell’intera partita. Piuttosto il Latina sta pagando oltre il prevedibile il processo di apprendimento degli schemi e dei movimenti voluti da Bruno. Nel seguire il confronto con il Picerno mi sono più volte soffermato a osservare i movimenti della difesa nerazzurra e invito a farlo anche voi alla prossima occasione. È un continuo di scalate, uscite, coperture preventive che modificano la posizione dei difensori così che parlare di braccetto o di centrale è un esercizio puramente teorico. In questa modalità, può capitare che su Abreu in posizione centrale finisca Calabrese con l’esito che tutti noi conosciamo. Al momento, e non so quanto voglia essere una personale speranza, il problema è di crescita, bisogna dare tempo al reparto di perfezionare i propri meccanismi.
E sempre di tempo ha bisogno anche il lavoro del centrocampo dove Hergheligiu è piaciuto ma non oltre la sufficienza. Ci si attende maggiore personalità, una migliore intesa con De Ciancio così come è necessario che Riccardi e con lui tutta la linea dei trequartisti assicuri continuità. Gli sprazzi ci sono stati ma per l’appunto si è trattato di sprazzi mentre al Latina serve una continuità di gioco che consenta più d’una variazione sul tema offensivo.