Un Latina bravo a sporcare le partite, meno bravo a ripulirle

Era già tutto previsto. Alessandro Bruno in sede di presentazione stampa era stato chiaro: il Latina è cresciuto perché ha trovato la compattezza, deve però migliorare nelle transizioni positive.
Parole profetiche perché a Potenza è andata proprio così. Il Latina ha imbrigliato gli uomini di De Giorgio, pur non pressando ha tolto loro il respiro, non ha concesso linee di passaggio pulite. Soltanto un episodio avrebbe potuto decidere la partita e l’episodio c’è stato sotto forma del rigore causato da Ercolano, ma a disinnescare la possibile svolta del confronto ci ha pensato Mastrantonio, che ha confermato il suo feeling particolare con i calci dagli undici metri, tra i professionisti ha parato 3 rigori su 7.
Bruno ha ottenuto tutto questo abbassando gli esterni, in particolare Porro, e Hergheligiu che si è appiattito davanti alla difesa, mentre Ciko ha delegato a Riccardi la totalità delle iniziative offensive, riproponendo l’atteggiamento con cui la squadra ha affrontato l’Altamura più che quello con il quale ha contrastato il Benevento. Hergheligiu ha giocato alla De Ciancio, riempiendo gli spazi, contrastando, perfezionando i disimpegni ma limitando il suo raggio d’azione, lasciando alle mezzali l’impostazione del gioco. Una partita da gregario e non da punto di riferimento come ci si aspetterebbe.
Nel complesso, un atteggiamento che all’occhio di chi non ha seguito l’evoluzione del Latina è apparso eccessivamente “sparagnino”, così lo hanno definito i colleghi lucani nel dopo partita chiedendone ragione a Bruno.
In realtà il Latina non si è chiuso, come ama dire Bruno ha semplicemente (mica tanto) “sporcato la partita. Il guaio (relativo) è che dopo avere sporcato, i nerazzurri, pur avendone l’opportunità, non sono riusciti a pulire. In un concetto, sono mancate le transizioni, o meglio il Latina non è stato in grado di finalizzare le ripartenze che l’avversario gli ha concesso. Un dettaglio per una squadra che convince e che è indubbiamente in crescita, ma è pur sempre una stonatura a cui porre rimedio.
I motivi per i quali la squadra continui a non sfruttare le opportunità che gli si presentano possono essere diversi, primo fra tutti la necessità di perfezionare i movimenti in fase offensiva. Escludendo la percussione del singolo giocatore, come ad esempio l’incursione di Riccardi nel primo tempo, il rapido capovolgimento della manovra richiede che in fase di finalizzazione i movimenti di chi deve portare a compimento la manovra siano pressoché automatici, la rapidità non concede tempo al pensiero.
E questo è cosa diversa dal dire che il Latina non ha schemi offensivi che invece sono nel bagaglio tattico di Marenco e compagni come hanno dimostrato a Potenza nell’unica azione concertata coralmente che ha portato Porro al traversone lungo a favore dell’inserimento di Parigi: movimenti studiati, efficaci, che hanno condotto l’ex Rimini ad un passo dal vantaggio.
Bruno è consapevole del lavoro da farsi, troverà il modo di porvi rimedio.