Questo Latina si farà, ma ha bisogno di tempo e pazienza

A Foggia è andata meglio che in altre occasioni, non solo sul piano del risultato. Il Latina, con i pugliesi avanti di un gol, non si è mai disunito, con determinazione ha cercato, e poi, trovato il pareggio, dando nel finale pure l’impressione di potere agguantare la vittoria.
La squadra sta crescendo sul piano tattico: non ha mai perso le distanze, non ha concesso verticalizzazioni agli avversari, ha controllato l’ampiezza, ha costruito e fallito più di una occasione. Fosse uscita sconfitta dallo Zaccheria sarebbe stata una beffa.
Ciò non di meno la prestazione lascia spazio a qualche riflessione sui margini di miglioramento del gruppo, a cui ha accennato lo stesso Bruno al termine della partita di venerdì sera.
Se state pensando alla difesa, siete in errore, o meglio, non è questa la priorità. È sulla trequarti che il Latina deve crescere, i trequartisti devono essere il valore aggiunto, coloro ai quali è assegnato il compito di finalizzare la manovra, favorire gli inserimenti, inserirsi loro stessi, assicurare un tocco di imprevedibilità.
Fasan è uomo di “strappo”, nel primo tempo non ha trovato la posizione, ha vagato sulla linea della trequarti senza mai trovare la giocata o lo spunto. È cresciuto nella ripresa quando ha alzato la sua posizione, trascinando con sé Calabrese, che ha avuto la doppia funzione di contenere eventuali ripartenze e di ispirare qualche sovrapposizione.
Più brillante è apparso Quieto che ha fatto sfoggio delle sue doti di palleggio con un dispendio di energie che non ha trovato però riscontro nella finalizzazione. A Quieto si chiede maggiore concretezza, di interpretare il ruolo come ha fatto Riccardi nella ripresa, avendo tra l’altro le potenzialità per farlo con ancora maggiore vitalità e improvvisazione.
E se Quieto ha peccato in esuberanza, a Foggia il centrocampo ha fatto esattamente l’opposto. Hergheligiu ha presso possesso delle redini del gioco nerazzurro, ha toccato una quantità di palloni ma la sua è stata una gestione piatta, scontata, prevedibile. Ha le qualità e l’esperienza per andare oltre la propria comfort zone e quando di parla di margini di miglioramento, si intende proprio questo. Quanto a De Ciancio, si è calato nel ruolo di spalla, giocando un po’ come faceva Gatto in coppia con Petermann, la scorsa stagione. Garantisce copertura e distanze ma può farlo con più personalità, non schiacciandosi sui movimenti del compagno di linea, cercando l’intervento preventivo piuttosto che di rottura.
Per questa ragione, penso che l’inserimento di Farneti andava anticipato. Farneti è elemento di rottura ma ripropone palla con rapidità, è meno prevedibile: qualità che nel momento in cui c’è da pressare e recuperare il punteggio diventano essenziali.
Ci vuole tempo e pazienza, il Latina si farà…speriamo.