Il successo contro il Benevento può essere la svolta per Ekuban

Proprio la settimana scorsa, in questo spazio, avevo scritto che contro l’Altamura a Bruno era mancato il coraggio non dico di osare, ma anche semplicemente di tentare, di provare una variazione sul tema tattico iniziale. In particolare avevo evidenziato come schierando un centrale di contenimento come De Ciancio in una partita in cui le due mezzali erano pressate e bloccate, avesse privato la squadra della fase di impostazione.
Contro il Benevento quel coraggio Bruno l’ha avuto, sorprendendo un po’ tutti relegando in panchina Pace e Dutu che pure non avevano deluso nelle precedenti prove, e dando fiducia a Calabrese e Porro. Ma quel che più conto, c’è stato l’inserimento di Hergheligiu al centro della mediana. Con il rumeno, Bruno ha messo in campo il giocatore in grado di rompere il gioco altrui e nello stesso tempo disegnare linee di passaggio in fase di impostazione. Hergheligiu, lo stiamo imparando a conoscere, non è il centrale che ribalta rapidamente la manovra ma ha comunque la capacità di avviare l’impostazione del gioco, semmai partecipandovi in più fase: avvio e finalizzazione. È a Riccardi che viene affidato il compito di ribaltare velocemente il gioco con improvvise verticalizzazioni o rapide incursioni, sempre che l’ex romanista manovri da mezzala. Non è una bocciatura per De Ciancio le cui indubbie capacità di copertura degli spazi torneranno utili contro avversari che, contrariamente all’Altamura e al Benevento, non aggrediscono ma consentono alle mezzali di suggerire la manovra, proprio come è avvenuto nel match con la Cavese.
Questa è solo una delle tante indicazioni positive lasciate dal confronto con il Benevento. Due su tutte: la crescita della difesa giunta al terzo clean sheet consecutivo e l’evoluzione tattica (per carità non parliamo di tecnica) di Ekuban.
Il netto miglioramento nelle prestazioni difensive del Latina è il segno più evidente dei benefici conseguenti all’adozione del 3-5-2. Il nuovo modulo, contrariamente alla lettura offerta dai più, non è nato dalla volontà di schierare due attaccanti bensì dalla necessità di proteggere proprio la difesa con il centrocampo a tre. Cosa il mutamento tattico abbia comportato lo si è visto venerdì sera, contro i giallorossi di Auteri. L’imperativo era non offrire spazio all’uno contro uno del terzetto offensivo dei campani - Manconi, Salvemini e Lamesta - che in 7 giornate (ora 8) aveva prodotto 11 gol. Obiettivo raggiunto grazie a contributo nell’azione di copertura offerto dagli esterni, Ercolano a sinistra e Porro a destra, che hanno ridotto gli spazi e consentito a Marenco e Calabrese di sovrastare i diretti avversari. Al lavoro degli esterni si aggiunga la capacità di contenimento del centrocampo con Hergheligiu e Ciko, che ha consentito a Parodi, deputato al controllo di Salvemini e alle chiusure, di non ritrovarsi centralmente mai in inferiorità numerica, di difendere sempre uno contro uno, per giunta su palle sporche e mai in campo aperto.
Il successo contro il Benevento rappresenta poi un punto di svolta per Ekuban che dopo sette giornate votate all’altruismo, ha potuto vivere una serata da protagonista. L’attaccante ghanese ancor prima di siglare il gol vittoria, era apparso più sicuro, più determinato al netto dei limiti tecnici che continuano a oscurare i pregi della sua indubbia generosità e atleticità. Una buona spalla per Parigi, per una coppia di attacco destinata a crescere nell’intesa e, conseguentemente, nella concretezza che oggi ancora non ci sono.