Un Latina poco coraggioso: ci attende un'altra stagione con poche gioie?

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
29.09.2025 14:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Un Latina poco coraggioso: ci attende un'altra stagione con poche gioie?

Ho timore che anche in questa stagione il Latina non ci regalerà grosse gioie, pur augurandomi di non vivere le tribolazioni dell’annata scorsa. Un pessimismo che mi viene dalla riflessione sul primo trittico settimanale del campionato chiuso con un bilancio di una sconfitta (Monopoli), un successo (Cavese) e un pareggio (Altamura): quattro punti che se da un lato hanno migliorato la posizione in classifica dei nerazzurri, dall’altra non rassicurano sul futuro immediato della squadra affidata ad Alessandro Bruno.

Una settimana che è servita a mandare in archivio, probabilmente definitivamente, il 3-4-2-1, bocciato dall’incapacità della mediana di proteggere la difesa e dalle difficoltà della linea di trequartisti di supportare la punta di turno. L’interpretazione del modulo non ha mai convinto, gli uomini scelti per interpretarlo non hanno mai convinto e la conseguente bocciatura porta a riconsiderare pure l’efficacia del mercato estivo.

Se la rimodulazione tattica del Latina si concretizzerà definitivamente nel 3-5-2 proposto sia a Cava de’ Tirreni che contro il Team Altamura, in organico risulterebbero esserci troppi trequartisti e pochi esterni così come un numero limitato di attaccanti. Domenica contro l’Altamura, ad esempio, l’assenza per squalifica di Parigi e per infortuno di Gagliano, ha costretto Bruno ad affiancare Fasan, più trequartista che seconda punta, a Ekuban e, nel momento di inserire forze fresche, adattare al ruolo Pannitteri, con modestissimi esiti.

La partita con l’Altamura ha poi evidenziato limiti nella mediana affidata a Ciko, Riccardi e De Ciancio che a Cava de’ Tirreni non erano emersi.  Mercoledì sera la Cavese non aveva pressato consentendo a Riccardi e Ciko una maggiore libertà di movimento e di “visione” di gioco, mentre domenica l’Altamura ha aggredito, costringendo le mezzali nerazzurre ad un dispendioso lavoro di contenimento che, in particolare, ha limitato le giocate di Ciko. Con le mezzali bloccate, è venuta meno l’impostazione della manovra vuoi anche perché De Ciancio non ha costruito ma ha fatto quello che sa fare e per il quale è stato portato a Latina: sporcare le traiettorie di passaggio dell’avversario, contenere, coprire il campo.  Un Latina bloccato, tanto più che è mancata l’ampiezza laddove Pace è stato inchiodato sulla difensiva da Grande mentre il solo Ercolano ha tenuto fede al ruolo di esterno, affondando con continuità sulla fascia di competenza.

Il Latina non ha costruito gioco, affidandosi alle giocate e progressioni del singolo o ai lanci a scavalcare il centrocampo che soltanto di rado hanno trovato riscontro nella profondità della manovra. Il buon avvio di ripresa che ha portato alle occasioni di Riccardi e di Ercolano è stato frutto più del calo dell’Altamura che di una reale crescita del Latina.

Una partita bloccata che Bruno, e questo il rilievo che gli si muove, ha preferito non reinterpretare, accontentandosi (è l’impressione che in molti hanno avuto) della prospettiva di guadagnare un punto, di tornare a fare risultato al Francioni.  Altrimenti non si spiegherebbe perché la prima sostituzione è arrivata dopo 75 minuti di gioco e perché gli inserimenti dalla panchina sono stati conservativi, suggeriti dalla volontà di inserire forze fresche più che di intervenire sul piano tattico. Il Latina ha finito così come aveva iniziato nonostante Bruno già dalla vigilia avesse previsto l’aggressione alta dell’Altamura, il suo pressing a centrocampo. Le contromisure non hanno funzionato: «Per mancanza di coraggio in qualche frangente», ha sottolineato Bruno in conferenza stampa.  

E se il coraggio contro l’Altamura non c’è stato, chissà cosa dobbiamo aspettarci per la prossima contro la capolista Benevento.