Il Latina non impara dai suoi errori e ora i nerazzurri sono in zona playout
Il segnale di ripresa, auspicato più che atteso, non è arrivato, il Latina non si è riscattato dalla figuraccia di Siracusa e con il Cosenza è incappato nella quarta sconfitta (0-1) interna della stagione dopo quelle con AZ Picerno, Monopoli e Giugliano. Con la vittoria che manca da 6 giornate, con la classifica che posiziona i nerazzurri in zona play-out è difficile non evocare la parola “crisi” a suggello del periodo negativo che da settimane avviluppa gli uomini di Alessandro Bruno.
Il Latina non impara dai suoi errori e non è solo una questione di tempistiche e di approcci. Il gol del Cosenza è la fotocopia di quello realizzato dopo 12’ da Bacchin nel confronto di Coppa Italia con il Perugia. Anche in quell’occasione la rete è scaturita da una penetrazione da sinistra a difesa schierata, anche contro i grifoni così come con i silani il primo a farsi saltare fu Porro, pure nella partita di Coppa, seppure con protagonisti diversi, a mancare fu l’opposizione del braccetto di destra e la copertura del centrale difensivo.
Ma il fattore caratteriale, mentale è solo uno dei motivi alla base dell’attuale crisi del Latina, forse nemmeno il più importante. Dopo la sconfitta con il Cosenza l’impressione è che, al netto delle incertezze del tecnico, il Latina lamenti un deficit strutturale, di costruzione dell’organico.
È stato evidente come la squadra manchi di esterni, o meglio dei “quinti”, e come avverta pesantemente l’assenza di un perno di centrocampo. Sabato Ercolano a sinistra e Porro a destra, in particolare nel primo tempo, hanno completamento fallito la prova perdendo con continuità imbarazzante contrasti e palloni. Da qui la superiorità sulle fasce degli ospiti che con Florenzi e Ricciardi hanno messo in difficoltà la difesa nerazzurra pur mancando nella successiva fase di finalizzazione. Nella seconda frazione il solo fatto che Porro sia cresciuto, ha costretto a più miti consigli Florenzi fino a costringere Buscé a richiamarlo in panchina e, nel momento di maggiore pressione del Latina, a rinunciare ai trequartisti per votarsi alla prudenza schierandosi con il 5-3-2.
Venuto meno il supporto dei quinti, il Latina non ha potuto sopperire con l’azione del centrale di mediana perché un centrale di costruzione in organico non c’è. Bruno è tornato a schierare Hergheligiu nella speranza di ottenere più verticalizzazioni che ci sono state in avvio per poi azzerarsi nel momento in cui Langella ha oscurato i movimenti dell’ex Feralpi. E in aiuto a Hergheligiu non sono venute neanche le mezzali Pellitteri e Riccardi perché la costruzione non è nelle corde del primo e la continuità e la personalità non aiutano le qualità tecniche del secondo.
«Devono crescere gli esterni – ha sottolineato Bruno – se questo non accade, si deve pensare a cambiare modulo». Una soluzione tattica che si scontra con gli evidenti buchi in organico, povero per esempio di esterni difensivi, e che fa temere che la coperta risulterà sempre comunque corta.
