Latina, a Siracusa una debacle sul piano caratteriale e tattico
C’è poco da meravigliarsi della pesante sconfitta del Latina al “Nicola De Simone” di Siracusa. Ci si può stupire della sconfitta soltanto non avendo analizzato correttamente quanto la stagione dei nerazzurri ci ha detto nelle precedenti dodici giornate. Il Latina è squadra che sa contenere, meglio ancora se di fronte ha un avversario fortemente motivante (leggi Benevento e Salernitana) con un gioco ampiamente codifico, ma di contra non sa (o non può?) costruire gioco, ha difficoltà nell’attaccare e nell’imporre la manovra all’avversario.
Il Latina a Siracusa avrebbe dovuto fare la partita, approfittare delle incertezze di una squadra sconfitta dieci volte su dodici in questo campionato, amplificare i dubbi e i timori di un tecnico,Turati, costretto dalle circostanze a osare per avere salva la panchina, in bilico da tempo. E invece il castello delle buone intenzioni è saltato dopo appena 29 secondi di gioco, segno di un approccio molle, incoerente con le parole di Bruno alla vigilia della trasferta, incomprensibile dato che una partenza di determinazione e rabbia da parte del Siracusa era facilmente prevedibile.
Il Latina di certo ha perso il confronto sul piano caratteriale come a fine partita ha sottolineato, evidentemente contrariato, il direttore sportivo Luigi Condò, ma la squadra di Bruno è clamorosamente mancata soprattutto sul piano tattico. Il Siracusa ha dominato a centrocampo e ha tracimato sugli esterni dove ha trovato una debolissima resistenza da parte dei nerazzurri. Conferma ne sia che due dei tre gol segnati dagli aretusei sono stati realizzati dai terzini Zanini e Cancellieri, senza dimenticare che è stata di Pacciardi, difensore centrale, una delle migliori occasioni della partita. Il Latina è venuto meno nella difesa delle fasce, soprattutto a sinistra dove ha sofferto le percussioni di Zanini e Guadagni. Calabrese ha dovuto difendere per due considerato che è venuta meno l’azione di filtro di Pace, superato costantemente da Zanini. Non è andata granché meglio la difesa della fascia di destra dove a mettere in ambasce Marenco ed Ercolano ci ha pensato soprattutto Cancellieri, in costante sovrapposizione con Valente. Una supremazia facilitata dall’incapacità degli esterni nerazzurri, Pace ed Ercolano, di attaccare la profondità e quindi impegnare i terzini avversari, che hanno così avuto la possibilità di spingere con costanza, trovando addirittura il gol.
Attaccato sui fianchi, il Latina si è scomposto pure al centro della mediana dove il Siracusa con Candiano e Gudelevicius ha sovrastato la debole resistenza di Pellitteri che si è presto smarrito, confuso dal ritrovarsi in mezzo a due fuochi. La disposizione tattica del Siracusa avrebbe potuto favorire l’azione di contrattacco delle mezzali nerazzurri che non c’è stata vuoi anche per la scarsa collaborazione del reparto offensivo. Ogni qualvolta Ciko e, in particolare, Riccardi hanno provato a ribaltare l’azione, il pallone è stato perso per l’incapacità di Ekuban di difenderlo oppure per una ormai cronica imprecisione dei nerazzurri in fase di rifinitura.
Nonostante le evidenti difficoltà della squadra, Bruno ha lungamente mantenuto l’assetto iniziale, intervenendo soltanto sugli uomini con gli inserimenti di Porro per Pace e Fasan per Ekuban. Soltanto a una manciata di minuti dal termine, con il Siracusa forte del doppio vantaggio, ha superato ogni titubanza inserendo Pannitteri e Di Giovannantonio, e conseguentemente ridisegnando la disposizione in campo dei nerazzurri. Non ha letto la partita, ha creduto e sperato che la debacle fosse esclusivamente una questione di prestazioni individuali? Chissà! Fatto sta che quando ha provato a cambiare era ormai troppo tardi.
