Latina, è un brutto momento ma non è ancora tempo per le critiche

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
31.10.2022 15:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Latina, è un brutto momento ma non è ancora tempo per le critiche

È un brutto momento per il Latina. La sconfitta interna con il Monterosi (0-2) conferma le perplessità sollevate dalla pesante sconfitta di Messina e rischia di derubricare a occasionali i precedenti, sofferti successi ottenuti con il minimo scarto con Avellino, Taranto e Picerno.  Per tutto il primo tempo, domenica scorsa, ho supposto, o meglio sperato, che le difficoltà del Latina nel costruire gioco si potessero attribuire all’ennesima prova senza spessore di Riccardi e alla posizione di Tessiore, a malpartito nel ruolo di esterno. Lo deve avere pensato, o sperato, pure Di Donato che in avvio di ripresa ha inserito Di Mino così da riportare al ruolo di interno Tessiore. Per qualche minuto la mossa è sembrata funzionare, per poi rivelarsi una illusione davanti ad un Monterosi che non solo ha disinnescato ogni, seppur timido, tentativo offensivo nerazzurro, ma facendo leva sul dinamismo della propria mediana e su geometrie evidentemente consolidate nel tempo, ha iniziato a guadagnare terreno e a rendersi sempre più pericoloso. Il Latina è apparso lento,  privo di soluzioni in grado di superare la fisicità della difesa avversaria che ha avuto nel gigantesco Mbende un baluardo insuperabile. Evidente il momento d’involuzione di Carletti così come di Fabrizi nonostante i due, almeno sulla carta, si integrino come nessun’altra coppia nel roster a disposizione di Di Donato. Nonostante un paio di tentativi di Carletti, nessuno dei due attaccanti domenica è riuscito a dettare la profondità e in tal senso il confronto con Carlini e Santarpia è apparso impietoso nella disparità del contributo dato alla manovra della propria squadra. L’incapacità nel verticalizzare unita alla giornata decisamente negativa degli esterni ha portato il Latina ad attaccare a fronte piatto, facendo il gioco del muro difensivo avversario. Alle difficoltà tattiche si è poi aggiunto un deficit caratteriale (dovuto alla stanchezza) che ha privato la squadra pure della consueta voglia di fare e reagire. Amadio e compagni sono si sono arresi prima ancora che all’avversario, alla loro incapacità di trovare una soluzione alle proprie difficoltà. Questo spiega l’assenza del minino acuto, di una conclusione nello specchio della porta.   Di certo non è la migliore delle situazioni alla vigilia delle trasferte di Torre del Greco e Potenza, che rischiano di ridimensionare il ruolo che il Latina ha fin qui ricoperto nei valori del girone, ma non è neanche il tempo di alzare la voce e cedere alle critiche ad alzo zero.